Luigi Di Maio kamikaze sulla manovra: se salta tutto si va al voto

Certo, a metà ottobre la Ue inizierà a visionare la nostra manovra. Ma la settimana in corso sarà decisiva per capire in che direzione tira l’aria per imercati, le borse, lo spread. Venerdì scorso l’accoglienza del 2,4% di rapporto deficit/pil era stata rovente, con la Borsa di Milano a picco e lo spread in salita vorticosa, anche se già oggi l’incendio pare contenuto.

Lega e Movimento 5 Stelle, tuttavia, ostentano sicurezza (“dell’Europa me ne frego” aveva detto Salvini), anche se ciascuno a modo suo (i 5 Stelle sul fronte interno dei partiti e dei media di opposizione “che soffiano sullo spread” mentre la Lega martella su Bruxelles), sono alla ricerca di un colpevole preventivo, di un complotto, di un capro espiatorio.

Possono farlo perchè, visti i sondaggi, sanno bene di poter lanciare la minaccia estrema sul Paese: quella delle elezioni. Che poi Mattarella acconsenta davvero allo scioglimento delle Camere pare ininfluente, visto che coi numeri che hanno oggi Lega e M5S trovare una maggioranza alternativa alla loro pare pura utopia. Tra l’altro, se costretti a far cadere il governo, i due partiti di maggioranza potrebbero giocarsi l’ulteriore “jolly” del complotto dei poteri forti, dei mercati, dell’Europa, raccattando se possibile ancora più consensi. Insieme, oggi, avrebbero oltre il 60% dei voti (con la lega di Salvini che nelle ultime rilevazioni è data avanti per 34 a 30).

Il momento di massima tensione a partire da oggi? In attesa del responso della Ue sulla manovra a metà novembre, sarà a fine ottobre, quando le maggioriagenzie di rating (Moody’s e Standard & Poors) daranno un giudizio sulle nostre finanze che rischia di essere impietoso.

 

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