Interprete profughi: “stupro? Alle donne piace”. Bergonzoni furiosa denuncia. Ma accade di più.

E’ scoppiata la polemica. Lo stupro da parte di alcuni stranieri, relativo a qualche mese fa, è stato sotto i riflettori e sulla bocca di tutti.

A rendere ancora più inquietante il quadro, laddove fosse possibile, è stato il commento di Abid Jee, un mediatore culturale che lavora per la cooperativa bolognese Lai-Momo.

I giornali hanno provato a costruire l’identità del ragazzo che, a quanto pare, si è distaccato dall’hub regionale di via Mattei, dove vengono smistati i migranti.

Sulla pagina Facebook del quotidiano Il Resto del Carlino, il 27 Agosto, è comparso un post da brividi.

“Lo stupro è un atto peggio ma solo all’inizio, una volta si entra il pise**o poi la donna diventa calma e si gode come un normale rapporto sessuale”.

Come si può immaginare, ciò ha scaturito un polverone, ricco di insulti e proteste. Di lì a poco, il post è scomparso. Intanto l’individuazione del profilo è risultata piuttosto problematica. Pare che anch’esso sia stato definitivamente bloccato.

Immediata è stata la reazione della pagina del Carlino, che ha fatto sapere: “Qualora fosse un nostro dipendente è chiaro che riteniamo gravissime le dichiarazioni che ha postato. Qualora verificassimo la corrispondenza eventuale con la cooperativa, riterremmo incompatibile ogni forma di collaborazione”.

Il giorno dopo è arrivata l’ammissione: “Abbiamo verificato e confermiamo che il profilo Facebook corrisponde a un nostro dipendente, stiamo prendendo i provvedimenti conseguenti”.

Feroce la risposta di Lucia Borgonzoni, che intende denunciare il ragazzo direttamente alla Questura: “È una frase di una gravità inaudita e il fatto che a questo ragazzo sembri normale scriverlo mi preoccupa e non poco, per questo farò segnalazione in questura. Un’altra utente mi ha detto di averlo subito segnalato agli amministratori di Facebook.

Se poi davvero lavorasse per la Cooperativa Lai-momo, auspico che venga allontanato immediatamente. Farò una serie di interrogazioni, sulla scelta e controllo dei mediatori culturali in città”.

Fonte: Il Populista

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