CASO FORO ITALICO A PALERMO, LE CHAT DEL MINORENNE: “TROPPO DIVERTENTE IN 7, L’ABBIAMO..”

Orrore che cresce di giorno in giorno, di ora in ora, mentre si continua a indagare, a scavare nel caso di cronaca che ha scosso gli italiani. Il riferimento è alla denuncia, da parte di una 19enne, dello stupro di gruppo, perpetrato nei suoi confronti all’interno di un cantiere abbandonato.

I fatti sono accaduti in un cantiere abbandonato e la ragazza ha denunciato. Mentre si sta decidendo il trasferimento di sei arrestati dalla casa circondariale in cui non sono graditi, il settimo indagato per il caso Foro Italico di Palermo, minorenne all’epoca dei fatti, che era stato scarcerato dal giudice per “resipiscenza”, ossia ravvedimento critico del proprio comportamento, è tornato nel penitenziario.

Angelo Flores, colui che ha ripreso l’abuso, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao, verranno trasferiti in un altro istituto penitenziario, mentre, a mezzo stampa, spuntato nuove raggelanti notizie riguardanti proprio il settimo indagato, il più piccolo del branco.

Il neo maggiorenne si è visto aggravare la pena alla luce di quanto emerso dal suo cellulare e dai suoi profili social. Un lavoro certosino, reso possibile grazie al lavoro di un consulente informatico, che ha recuperato una chat cancellata.

Ma cosa è effettivamente emerso dalla chat? Vediamolo insieme nella seconda pagina del nostro articolo, dal momento che il contenuto è davvero forte al punto da aver suscitato una fortissima ondata di indignazione, rabbia e sconcerto tra gli italiani che stanno seguendo questo scottante caso di cronaca nazionale.

Il neo 18enne, sabato scorso, dunque fresco d’uscita dal Malaspina, non ci ha pensato due volte  ed è andato dritto a postare su TikTok, vantandosi con un suo conoscenze delle sue prestazioni sessuali.. quelle in cui avrebbe, alla luce degli ultimi aggiornamenti, avuto un ruolo attivo e sarebbe stato tra i più violenti del branco.

Questo quello che R. P, 18enne da 20 giorni, ha detto : “Sto ricevendo tanti messaggi da ragazze, ma come faccio a uscire con tutte? Siete troppe” oppure “La galera è il riposo dei leoni“. Tutto questo ha portato il gip del tribunale dei Minori a rispedire direttamente R.P. , divenuto maggiorenne dopo l’abuso, direttamente dietro le sbarre, al Malaspina. La sera stessa della violenza, alle 2.12, il 18enne ha inviato dei messaggi a dir poco da brividi ad un amico che sono a stati diffusi a mezzo stampa.

Messaggi che tolgono il fiato, che fanno accapponare la pelle e che innescano tantissima rabbia. Questo il loro contenuto: “Cumpà l’ammazzammu, ti giuro a me matri, l’ammazzammu, ti giuro a me frati, sviniu… Sviniu chiossai di na vota… Ti giuro, ava muoriri, me frati… Na fic… sette, u vo capiri? Mi fici lassari u contatto, a chista mancu a canuscievo io, a pigghiaru l’amici mia e iemmu a fic..., minchia siette, mamà…! Non m’a firassi cu sette masculi, cumpà ficimu un macello, n’addivertemmu, ti giuro a me patri, troppi cianchi!”.

E nella descrizione della dinamica con cui l’abuso è avvenuto, ha aggiunto ulteriori dettagli: “Niè, un macello… siamo stati un quarto d’ora compà e in un quarto d’ora lei si è sentita male ed è svenuta più di una volta…”. Dinnanzi a quelle frasi, l’amico, non condividendo quanto da lui detto, gli ha scritto: : “Minchia però lariu è accussì!”.

Inamovibile la posizione dell’indagato che ha, anzi, continuato, rincarando la dose : “Ahahah, troppo forte invece!”. In comunità il giovane, a detta del gip, ne ha approfittato solo per pavoneggiarsi di quanto da lui commesso, e cercando di ottenere successo e visibilità sui social, incitando a seguirlo: “Arriviamo a 1000 follower così potrò fare la live e spiegarvi la situazione com’è andata realmente”. Non si è fatto mancare un post con un’immagine di lui che balla con altre due persone e la scritta: “Un TikTok al volo speriamo non vedano il video”, uno scatto con la didascalia “cella 5 bro”, la scritta “Mi piace trasgredire” col sottofondo del pezzo neomelodico “Nun se toccano ‘e femmene”. Infine, la foto dei protagonisti del film di mafia di Martin Scorsese “Quei bravi ragazzi” e la frase: “La galera è il riposo dei leoni”. Nessun pentimento, anzi ricerca di fama sui social e totale insensibilità rispetto a quanto commesso.

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