Migranti, Salvini sfida l’Ue: “Si riveda Sophia, o la interrompiamo. L’Italia non è il campo profughi d’Europa”

Il ministro degli Interni torna a tuonare contro l’invasione islamica e contro la dittatura eurocomunista che, attraverso l’operazione Sophia voluta dai criminali del PD per ingrassare gli amici delle cooperative rosse, hanno scaricato in Italia 45.000 clandestini, futuri spacciatori e potenziali terroristi. Salvini sfida Bruxelles: “Si riveda la missione Sophia, oppure la interrompiamo. L’Italia non è il campo profughi d’Europa”.

«L’operazione Sophia? Stiamo chiedendo all’Europa di rivederla, altrimenti questa missione la interrompiamo perché non possiamo più essere il campo profughi d’Europa»: Matteo Salvini ieri pomeriggio alla Versiliana di Marina di Pietrasanta non usa mezzi termini.

Intervistato dal giornalista Augusto Minzolini parla della riduzione dei flussi attuata grazie all’operato del Viminale. «Con Sophia – spiega il ministro dell’Interno – voluta da Renzi nel 2015, sono stati portati 45mila migranti in Italia. Così non si può andare avanti. Rispetto allo scorso anno abbiano radicalmente diminuito gli arrivi, che nel 2018 sono stati 19mila contro gli 80mila dello scorso anno. Segno che volere è potere». Tutto mentre la nave Diciotti della Guardia costiera resta al largo di Lampedusa senza che il Viminale fornisca un’indicazione su un porto di approdo. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, per sbloccare lo stallo dell’imbarcazione, che porta a bordo 177 persone, ha chiesto all’Europa un atto di responsabilità per una soluzione condivisa. Ma le polemiche non finiscono, tanto che il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà ha scritto sia al comandante della Guardia costiera, Enzo Pettorino, che al dipartimento delle libertà civili del Viminale.

Ma Salvini parla anche delle grandi opere: «Sono convito che alcune di esse – dice – debbano andare avanti, dal terzo valico alla Tap in Puglia. C’è un grande dibattito anche sulla Tav: su questo stanno valutando i tecnici, ma penso che sia un’opportunità». Sugli obiettivi economici del governo non cede di un passo. «Puntiamo a smontare la legge Fornero – conferma – e lo faremo. E poi ridurremo le tasse partendo dai dimenticati e dai piccoli imprenditori. Sono contento di come abbiamo fatto partire questo esecutivo e di come stiamo lavorando coi 5 stelle». Il governo va avanti, questo è certo. «Abbiamo firmato un contratto – ribadisce il vicepremier – e farò di tutto per mantenere ciò che abbiamo detto agli italiani senza convenienza politica o partitica. Ero stufo di essere all’opposizione e di dire agli altri ciò che non mi andava facessero. Il Centrodestra? Esiste ancora in tanti comuni e in tante regioni. È stata una soddisfazione enorme aver mandato a casa il Pd in città come Pisa e Siena, ora tocca a Firenze e alla Toscana. Io ci credo. E ricordo che questo governo è nato solo – aggiunge – nel momento in cui Berlusconi mi disse: piuttosto che andare a nuove elezioni vai e provaci».

Sul decreto dignità Salvini ironizza: «Le critiche costruttive le ascolto. È partito in una maniera ed è finito in un’altra. Se la Cgil ha detto che non va bene, vuol dire che va bene. Quando non sono convinto di una cosa ascolto cosa dicono la Camusso, Santoro e Gad Lerner e faccio il contrario». Poi, immancabile, l’attacco alla Ue: «L’iscrizione al club costa agli italiani 6 miliardi di euro. Sono stufo arrivi grano canadese, grano turco e olio tunisino». Un applauso senza fine parte all’annuncio che tutti volevano sentire: «Vi do il mio impegno – assicura – che non tasseremo né la casa né i conti correnti». Insomma, gli italiani risparmieranno per non essere più penalizzati. E anche sulla legittima difesa, insiste il ministro, «vogliamo riconoscere il sacrosanto diritto. Che non vuol dire far west o pistoleri, quello c’è oggi. In un Paese normale se trovo uno mascherato e armato in camera mia con mio figlio devo poter agire prima io senza rischiare 10 anni di processo». Cambierà l’Italia? Per Salvini sì, in meglio, ma sarebbe bello, che a scuola si tornasse a studiare «la storia, tutta la storia, con tutti i regimi, tutte le stragi, tutte le violenze, tutte le dittature. Perché – conclude – i nostri figli non devono sapere che nelle Foibe sono stati massacrati migliaia di italiani dai comunisti?».

Con fonte Il Giornale

 

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