Sentenza CHOC della Cassazione: niente sgombero, pagano le bollette. Ecco di chi si tratta.

La Procura di Santa Maria Capua a Vetere chiedeva il sequestro del centro sociale «Tempo Rosso», nel Casertano, i cui attivisti – che hanno occupato l’ex macello comunale – si dicono da anni impegnati nella «lotta all’inquinamento della Terra dei fuochi».

Ma la Cassazione ha bocciato il ricorso. I giudici bocciano gli sgomberi di edifici pubblici occupati da associazioni se queste per anni hanno portano avanti le loro iniziative.

La seconda sezione penale della Cassazione ha dunque confermato l’archiviazione delle accuse, tra le quali quella di occupazione abusiva, imbrattamento (per i murales) e omissione di lavori in edificio pericolante per dieci attivisti, otto uomini e due donne. Il Comune, si legge nel dispositivo, «aveva prestato ventennale acquiescenza alla occupazione, sostanzialmente legittimandola, e impedendo la configurazione del reato».

Ma come spiega Corrado Sforza Fogliani, avvocato cassazionista e presidente del Centro studi di Confedilizia si tratta di una sentenza pericolosa: «Evidentemente la Cassazione ha ritenuto che gli accusati fossero stati indotti in errore dal Comune, che non solo tollerava ma consentiva l’occupazione.

A questo punto, le amministrazioni che, come in questo caso, incentivano l’occupazione pagando addirittura le utenze utilizzate dagli occupanti, sanno di correre il rischio di provocare danni erariali al proprio ente».

E quindi, sottolinea Sforza Fogliani, la sentenza può servire di ammonimento: «Gli amministratori pubblici dovranno stare bene attenti, in futuro, a tollerare o incoraggiare simili occupazioni abusive, perché questo può determinare l’estinzione del reato e quindi protrarre l’occupazione».

L’aspetto positivo, aggiunge l’avvocato, è che la sentenza riguarda esclusivamente gli edifici pubblici: «Una pronuncia del Tribunale di Roma del 2017, infatti, stabilisce che lo Stato è passibile di condanna se non mette a disposizione la forza pubblica per risolvere i casi di occupazione abusiva».

Fonte: Il Giornale

 

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