“In lockdown salvò una famiglia da un incendio”. Lutto per la morte di Filippo, una vita spezzata a 33 anni

Grave lutto a Impruneta, in provincia di Firenze, per la morte di Filippo Gabriele. Il 33enne è rimasto vittima di un incidente stradale in Alto Adige, sulla superstrada tra Merano e Bolzano in Südtirol venerdì 9 febbraio intorno alle 5 del mattino. Per cause che sono ancora in via di accertamento l’uomo era a bordo della sua auto quando è finito contro il guardrail.

Come riporta La Nazione, Filippo Gabriele, 33 anni, viaggiava da solo quando all’altezza dell’uscita Lana Postal la sua auto (per motivi che i carabinieri cercheranno di chiarire) si è schiantata contro il guardrail. Nessuna speranza per il giovane uomo, nonostante l’intervento dei vigili del fuoco e del 118.

Filippo Gabriele morto in un incidente a 33 anni

Filippo Gabriele morto in un incidente a 33 anni

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i sanitari della Croce Bianca e i vigili volontari, ma per Filippo non c’è stato niente da fare. Secondo i primi riscontri, potrebbe essersi trattato di un colpo di sonno. Il 33enne molto conosciuto come barman, e per qualche tempo aveva lavorato anche in un locale di San Candido, in Alto Adige.

Filippo Gabriele morto in un incidente a 33 anni

La notizia della sua morte ha sconvolto la sua comunità ma anche quella del Südtirol, perché durante il lockdown per il Covid nel 2021 aveva aiutato una famiglia, composta da padre, madre e due bambini piccoli, a uscire dalla loro casa sempre a San Candido durante un incendio. Filippo Gabriele era una persona molto generosa e che nel 2023 ha fatto un altro gesto che ha dimostrato la sua indole buona. Nella primavera del 2023 ha aiutato, assieme a un collega, una persona che voleva buttarsi da un ponte a Firenze, salvandogli la vita.

“Era bravo, generoso, un passo avanti – ha ricordato Bobo Francioni, titolare del Bobo CheckPoint a La Nazione -. L’ho conosciuto giovanissimo ed ha lavorato con me per tanto tempo, insegnando anche ad altri ragazzi questo mestiere. Gli ho voluto bene, eravamo tanto legati”. “Durante un ritrovo tra ex colleghi – ricorda Francioni – ci aveva raccontato di quando aveva salvato delle vite umane: ne era giustamente orgoglioso”

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