Uccide il figlio di 10 anni: “Ero ubriaco e mi dava fastidio”. Ergastolo definitivo

La condanna all’ergastolo per Mirko Tomkow, responsabile dell’omicidio del proprio figlio di dieci anni a Cura di Vetralla, è ora definitiva. La difesa ha deciso di non ricorrere in Cassazione, rendendo irrevocabile la sentenza emessa lo scorso 27 giugno. Tomkow, già noto alle autorità per maltrattamenti in famiglia nei confronti dell’ex moglie, è stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e da motivi futili.

L’atroce delitto è avvenuto il 16 novembre 2021, quando Tomkow ha sorpreso il figlio da solo nell’abitazione condivisa con la madre. Nonostante un divieto di avvicinamento, il 47enne si è introdotto nell’abitazione, in stato di ebbrezza dopo aver consumato una bottiglia di vodka. Il piccolo è stato brutalmente soffocato con scotch adesivo e successivamente accoltellato dal padre. Il corpo del bambino è stato poi occultato nel contenitore del letto e cosparso di benzina, in un tentativo fallito di incendio a causa dello stato di ubriachezza di Tomkow.

Durante il processo, Tomkow ha descritto in modo agghiacciante i dettagli del crimine, ammettendo di essere entrato in casa con delle chiavi nascoste e di aver atteso il ritorno del figlio. Il suo racconto, segnato da un’assenza di empatia e da un’evidente crudeltà, ha lasciato sgomenti l’aula e l’opinione pubblica.

La sentenza di ergastolo, ora confermata dalla rinuncia dell’appello in Cassazione, segna la conclusione di un caso che ha sconvolto la comunità di Cura di Vetralla e sollevato interrogativi sulla protezione delle vittime di violenza domestica e sull’efficacia dei divieti di avvicinamento.

Questo tragico evento rimarrà impresso nella memoria collettiva, ricordando l’importanza di interventi tempestivi e efficaci nei casi di violenza familiare, per prevenire tragedie di tale gravità.

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