Addio a Vinicio Riva, divenne famoso per l’abbraccio con Papa Francesco: “Un modello per tutti”

È morto il 10 gennaio Vinicio Riva, 63 anni, affetto da una grave forma di neurofibromatosi che gli aveva sfigurato il volto. Il suo abbraccio con Papa Francesco aveva commosso il mondo. Luca Zaia, il presidente della Regione Veneto, luogo in cui viveva Riva, di Isola Vicentina, ha dato l’annuncio. L’uomo era ricoverato all’ospedale di Vicenza per ricevere assistenza in una fase acuta del morbo di cui soffriva.

Vinicio Riva

Il cordoglio di Zaia e l’abbraccio del papa

“In un mondo in cui per alcuni l’inseguimento della perfezione esteriore del corpo sembra essere una via imprescindibile, Vinicio è stato un modello nell’espressione di grandi valori e rapporti umani nella malattia” ha ricordato il presidente del Veneto, Luca Zaia.

I medici gli avevano pronosticato una morte intorno ai 30 anni per la grave malattia ereditaria che colpisce le cellule nervose. Riva, infatti, soffriva di neurofibromatosi di tipo 1, conosciuta anche come malattia di Von Recklinghausen- Si tratta di una malattia genetica che colpisce le cellule nervose con complicanze gravi dal punto di vista neurologico.

Aveva ereditato la malattia dai genitori, subendo gravi conseguenze sociali, fisiche e sanitarie. Riva ha lavorato in una casa per anziani di Vicenza, ed era consapevole che alla vista del suo volto sfigurato molti si spaventavano. Anche per questo aveva descritto come un sogno l’abbraccio del papa avvenuto dieci anni fa, in occasione dei suoi 53 anni. “Quando papa Francesco mi ha abbracciato, ho sentito quasi un brivido, un calore forte” aveva spiegato l’uomo.

Nel suo ricordo, Zaia prosegue. “L’immagine di un lungo abbraccio tra papa Francesco e Vinicio durante un’udienza ha fatto il giro del mondo, ricordando a tutti che l’inclusione e la socializzazione, di fronte a tutte le barriere che potrebbero creare isolamento nella malattia, sono un diritto universale per i malati e un dovere per tutta la società. Per questo gli siamo grati e lo ricorderemo. In un mondo in cui per alcuni l’inseguimento della perfezione esteriore del corpo e l’esasperazione di alcune forme di salutismo sembrano essere una via imprescindibile, Vinicio è stato un modello nell’espressione di grandi valori e rapporti umani nella malattia, anche quella, come nel suo caso, fortemente deturpante”.

“Una rara patologia gli ha reso la vita difficile ai limiti dell’impossibile fin da ragazzo ma, anche grazie all’aiuto di chi gli ha voluto bene, ha saputo dimostrare in una vita pur breve grande dignità e valore della vita nella sofferenza divenendone un modello che ha tracciato una via di attenzione e rispetto. In questo momento invio le mie condoglianze ai familiari e agli amici”..

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