FA LA COLF PER 5 MESI IN SVIZZERA E 20ANNI DOPO GLI ARRIVA UNA LETTERA: “LA SUA PENSIONE…”

Il mondo pullula di storie che vengono alla luce improvvisamente e che, alla velocità della luce, fanno il giro del web, lasciando di sasso gli utenti. Sono storie che invitano a riflettere, dal momento che, a seconda dei diversi paesi, lo scenario lavorativo è di gran lunga diverso.

Sono in tanti coloro che lasciano il proprio paese d’origine per recarsi in cerca di fortuna fuori. Una scelta non facile, dal momento che si devono salutare gli affetti, i propri familiari, gli amici di vecchia data, i luoghi dell’infanzia, dell’adolescenza. Occorre ponderare tutto ma chi ha voglia di migliorare la propria vita, è costretto, spesse volte, a compiere queste scelte.

Non è facile adattarsi ad un contesto nuovo, con proprie abitudini, tradizioni, modus operandi che si ripercuotono nella sfera affettiva e lavorativa, proprio come recita un vecchio ma sempre attuale detto: “paese che vai, usanze che trovi”. Sono davvero in molti coloro che, a distanza di tempo, ritengono di aver compiuto la scelta giusta.

Nel paese d’adozione trovano un’occupazione stabile e, se sono fortunati, anche l’amore, mettendo su famiglia. La storia di cui sto per parlarvi riguarda una donna che ha fatto la colf per 5 mesi in Svizzera.

Dopo 20 anni le è arrivata una lettera il cui contenuto è davvero forte, riguardante la sua pensione.

La storia che sto per raccontarvi ha fatto subito il giro del web e in tantissimi hanno avuto modo di conoscere quanto accaduto ad una donna oggi anziana che, quando era giovanissima, ha lavorato per 5 mesi come colf in Svizzera . Di tempo ne è passato tanto da allora e Taylor, questo il nome della signora, aveva quasi rimosso quell’ esperienza.

Così quando ha ricevuto una lettera dalla città di Berna, nel leggerne il contenuto, ha pensato si trattasse di uno scherzo dal momento che vi erano scritte queste testuali parole che abbiamo deciso di riprodurvi fedelmente: “Egregia signora, le comunichiamo che avendo lei compiuto determinati anni di età ha diritto a ricevere il trattamento pensionistico relativo al periodo di lavoro prestato in Svizzera nel 1999.“.

Le spettavano 43 euro al mese. La donna, incredula, dopo un iniziale momento di sconvolgimento, ha iniziato a fare i salti di gioia ma, non riuscendo ancora a metabolizzare, ha chiamato subito colui che da quarant’anni è suo marito, un signore svizzero, conosciuto proprio nei tempi in cui faceva la colf.

Rivolgendosi a lui, gli ha chiesto: :“Ti sembra possibile che dopo tutti questi anni si siano ricordati di me??” . Senza la benché minima esitazione, il compagno le ha risposto:  “Normale, certo”. Normale, dove alle leggi corrispondono atti conseguenti, dove il cittadino paga le tasse e in cambio riceve servizi.

Se si fosse verificato in un altro paese del mondo, probabilmente, Taylor non avrebbe mai avuto quei soldi che le spettavano ma per fortuna tutto è andato per il verso giusto e agli iniziali momenti di stupore, è seguito un fortissimo abbraccio tra i due coniugi che hanno deciso di festeggiare con una bella cena assieme ai figli e ai nipoti.

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