“Non ce l’ha fatta, una tragedia”. Lutto nello sport, Anna è morta a 32 anni: il suo corpo ritrovato così

Lutto nel mondo dello sport, è morta Anna Gutu. La donna aveva 32 anni e voleva essere la prima sportiva a riuscire in un’impresa complessa e pericolosa. Il suo corpo è stato ritrovato alle pendici di una montagna dopo che il suo corpo è stato violentemente colpito non da una, ma bensì da due valanghe. La donna infatti era una scalatrice e voleva essere la prima americana a scalare tutte le montagne più alte del mondo (quelle sopra gli 8mila metri), prima di chiunque altra.

La sua morte è stata confermata dalla stampa locale e dalle autorità del Tibet, dove la donna sta provando a scalare il monte Shishapangma. Le due valanghe hanno colpito le pendici di questo monte altissimo ad un’altitudine di circa 8mila metri, riferiscono i media cinesi. La sportiva statunitense Anna Gutu, 32 anni e la sua guida nepalese, Mingmar Sherpa, sono prima scomparse e domenica è stata confermata la loro morte dopo che i loro corpi sono stati estratti dalla neve.

Lutto nel mondo dello sport, è morta Anna Gutu

Lutto nel mondo dello sport, è morta Anna Gutu

Anche un’altra coppia americano-nepalese, Gina Marie Rzucidlo, 45 anni, e Tenjen Sherpa, sono scomparsi a seguito delle valanghe, causa di almeno 120 morti nella regione negli ultimi due anni. Entrambe le donne stavano tentando di diventare le prime donne americane a attraversare le vette degli unici Ottomila del mondo: una serie di montagne situate nell’Himalaya e nei vicini Karakorum con vette di 8.000 metri.

Lutto nel mondo dello sport, è morta Anna Gutu

I quattro facevano parte di un totale di 52 alpinisti provenienti da paesi come Gran Bretagna, Romania e Pakistan che andavano verso la vetta quando le valanghe si sono staccate. Anche la guida alpina nepalese Karma Geljen Sherpa è stato colpito della neve ma si è salvato. Ora la stampa locale dice sia in condizioni stabili.

Anna Gutu era una vera esperta delle scalate, le cui imprese le hanno fatto guadagnare oltre 33.000 follower sui social media. La donna aveva scalato con Elite Exped, un’altra rispettata compagnia di arrampicata fondata da alpinisti nepalesi di livello mondiale nel 2017. Dopo la tragedia gli amici e i fan dell’americana, nata in Ucraina, si sono riversati sui social media per renderle omaggio.

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