Prato, operai presi a sprangate per uno sciopero – Guarda il video

Un grave episodio di violenza è avvenuto a Prato, mentre era in corso un picchetto di alcuni lavoratori con le insegne del sindacato Sì Cobas davanti alla Dreamland, un’azienda tessile gestita da cinesi. Intorno alle 18 in via Galvani sono arrivate delle persone asiatiche che hanno preso di mira chi protestava con calci, spintoni e bastoni di legno. Cinque lavoratori pachistani sono finiti all’ospedale. La questura di Prato conferma che è stata una vera e propria aggressione e che sono in corso le indagini, soprattutto sui filmati registrati dai sindacalisti, per risalire ai responsabili.Video Player00:0000:58

Tommaso Fattori, già candidato alla presidenza della Regione Toscana con la lista Toscana a sinistra, commenta così: “L’incredibile è che questi operai pachistani – i neoschiavi del macrolotto pratese, difesi dai bravissimi sindacalisti Luca Toscano e Sarah Caudiero del piccolo sindacato SI Cobas – non chiedono altro che lavorare 8 ore per 5 giorni alla settimana. Oggi lavorano 12 ore al dì 7 giorni su 7, senza mai ferie né malattie. Sì, esattamente come secoli fa. Non è la prima volta che si verificano episodi simili di violenza. Lo scorso giugno un’aggressione era stata fatta nei confronti di alcuni operai della Texprint, una stamperia gestita da cinesi”.

La condanna del sindaco di Prato

Il primo cittadino di Prato, Matteo Biffoni, condanna quanto avvenuto davanti allo stabilimento tessile: “Tutti gli episodi di violenza sono inaccettabili, chi se ne rende responsabile deve essere presto individuato e ne deve pagare le conseguenze. Se vengono aggrediti lavoratori che manifestano pacificamente e nel rispetto delle regole, non ci può essere tolleranza. Il rispetto delle regole è imprescindibile, sempre”. Biffoni si sofferma anche sullo sfruttamento lavorativo: “Il Comune in collaborazione con tutte le istituzioni continua a lavorare pancia a terra su questo fronte, nei limiti delle proprie competenze. Le operazioni condotte anche in questi mesi dalla procura, dalle forze dell’ordine, dall’ispettorato del lavoro stanno portando risultati, però senza un intervento più deciso da parte dello Stato, con il potenziamento degli organi periferici sul territorio non si risolve. È anni che lo chiediamo. A Prato tutti stiamo facendo il massimo possibile, ora il Governo deve intervenire concretamente”.

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