Rita Dalla Chiesa durissima contro Vauro: “Un italiano come te in meno. E nessuno ti ha nemmeno preso a calci”

Una foto è bastata a mandare su tutte le furie Rita Dalla Chiesa. La conduttrice non ha preso bene lo scatto di Vauro tornato a circolare sui social, quello che lo vede con in mano un cartello dalla scritta “anche io sono italiano purtroppo”. L’immagine risale però al mese di giugno 2018, quando l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini propose un censimento per i rom. “Salvini discrimina anche tra cittadini italiani. Se potete postate una vostra foto con questa scritta”, invitava il vignettista all’epoca dei fatti. Ma la Dalla Chiesa, tratta in inganno, pensava si riferisse ai giorni nostri e così non ha evitato di dire la sua. “Era italiano anche mio padre e chi, come lui, con le loro morti hanno permesso che tu potessi scrivere certe ca**e senza che nessuno ti prenda a calci. Cambia nazionalità, così salvi la tua libertà di espressione. E noi avremo un ‘italiano’ come te in meno”. 

Nonostante sia datato, lo scatto è comunque autentico e con questo anche lo sfogo della Dalla Chiesa. Proprio negli ultimi giorni Vauro non ha lesinato offese ai suoi oppositori. Tra questi Giorgia Meloni, pesantemente insultata da Giovanni Gozzini. “Sono colpito in negativo dalle espressioni utilizzate dal professore. La Meloni è stata ingiustamente offesa, ma quando Liliana Segre è andata in Senato a istituire la commissione contro l’odio, tutta l’aula si è alzata in piedi, tranne i senatori di Fratelli d’Italia e Lega – aveva detto Vauro -. La Meloni è leader di un partito che ha cavalcato la xenofobia e il fascismo e io non do alcuna solidarietà”. Affermazioni che sono costate al vignettista una querela. 

Da qui, probabilmente, il ritorno del controverso scatto che ha già sollevato il polverone sui social. “Io lo detesto”, commenta un utente mentre un altro si lascia andare a qualche indicazione: “Gli consiglio un biglietto di sola andata verso un qualche paese comunista, regime che a lui piace tanto , come Cina o Corea del Nord. Sarà felice lui e soprattutto noi, che festeggeremo pure”.

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