Anche “Repubblica” offende la destra italiana: “Conte unica alternativa ai vichinghi con le corna”

Gli editori sono gli stessi, i lettori no, gli editorialisti però la pensano alla stesso modo, si fanno forza, si spalleggiano, venendo da una comune militanza a sinistra. Ed ecco che come in una singolare coincidenza “sciamanica”, l’ex direttore di Repubblica e della Stampa, Ezio Mauro, si allinea alla deliranti tesi dell’attuale direttore della Stampa, Massimo Giannini, sulle offese alla destra italiana, relegata alla stregua dei personaggi (americani, tra l’altro) che hanno assalito Capitol Hill.
L’assioma è lo stesso, il rozzo ragionamento forse anche peggiore di quello di Giannini: siccome Renzi minaccia di far cadere il governo Conte e la destra italiana sosteneva Trump, se cade il governo i vichinghi e gli sciamani potrebbero invadere il Parlamento italiano, perché la destra italiana sovranista è così. Cui sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere: Mauro e Giannini dovrebbero essere le massime espressioni delle analisi giornalistico-politiche italiane, con uno sguardo profondo sulla società italiana. Stiamo messi bene.

“Repubblica” e i vichinghi italiani di destra

Partiamo dalla fine dell’editoriale, pubblicato oggi da Repubblica, dal titolo “La congiura dei deboli”, a firma Ezio Mauro (nella foto con Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica), che parte da una analisi critica della crisi di governo, con stoccate a Renzi, per andare a parare sulla destra italiana “trumpiana” e vichinga…

“… La vera lettura della crisi è questa. Un’insufficienza politica che indica un ritardo complessivo del sistema, ma che per un’alleanza di governo è una colpa. Tanto più in un momento in cui l’altra parte del Paese, cioè la destra sovranista, si trova senza il modello trumpiano, finito prigioniero degli spettri del caos che ha evocato per quattro anni, fino a convocarli dalla Casa Bianca nell’assalto eversivo al Campidoglio. Quando la destra è questa, e arriva a questo punto, solo la cecità spinge a creare il vuoto politico invece di organizzare con urgenza un campo di moderno riformismo, per un governo democratico, costituzionale, europeo: dimostrando ai cittadini che esiste un’alternativa all’invasione dei vichinghi con le corna in parlamento“.

Possibile che un Paese che nei sondaggi attualmente esprima anche una maggioranza virtuale, fatta di milioni di persone che pensano e votano per Salvini, Meloni e Berlusconi sia sintetizzabile nell’immagine dello sciamano o del vichingo americano?

L’obiettivo è mettere Renzi all’angolo

“Giocare col fuoco è invece la scelta estrema di Renzi, che annusando la vulnerabilità del governo fa saltare il quadro politico senza averne uno di ricambio, in un passaggio acrobatico sul filo della legislatura che può spezzarsi con lo scioglimento delle Camere, se i cocci non si rimetteranno in qualche modo insieme: portando a quelle elezioni anticipate che il partito dell’ex premier non può permettersi, perché secondo i sondaggi lascerebbe a casa gran parte dei suoi parlamentari, falcidiando una forza già esigua. Finché l’acrobazia è in corso tutti guardano con il naso all’insù, poi quando si accendono le luci la realtà riprende i suoi contorni e si capisce che è la debolezza a spingere Renzi all’offensiva, cercando nel titanismo mediatico delle minacce quel peso che gli elettori non sembrano riconoscergli, e scambiando la visibilità con l’autorità. Ma il vero deposito di debolezza è nella maggioranza che regge l’esecutivo, e cioè nel patto fondativo di questo governo tra Cinquestelle, Pd, Leu e Italia viva… Il patto di costrizione deve trasformarsi in un’alleanza che indichi al Paese un’opzione di ripresa nel cambiamento e avvicini i partiti contraenti in una visione comune del futuro. È esattamente questo che è mancato negli ultimi mesi, e manca oggi nel controllo della crisi…”.
Conclusione? Puntellare Conte, di cui Mauro è stato sempre un sostenitore, con una maggioranza più solida per evitare l’arrivo dei barbari…

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