L’arma segreta della signora Lina, guarita dal coronavirus a 102 anni

Ha un’arma segreta nel sangue. Il coronavirus l’ha risparmiata anche se avanti con l’età.

Qualche colpo di tosse certo lo ha avuto. Ma non ha avuto necessità di essere aiutata nella respirazione. Non è stata intubata e, figuriamoci, non è stata attacca a un ventilatore polmonare. Quello della signora Lina, guarita a 102 anni dal Covid-19 e già tornata a casa dopo due settimane in ospedale, è un caso eccezionale ma non unico. C’è il signor P. di Rimini, classe 1919, nato ai tempi della Spagnola. Ma ci sono stati anche un paio di casi simili in Cina, come confermato da alcuni medici cinesi.

“La mia convinzione è che nel sistema immunitario dei centenari che hanno brillantemente superato l’infezione si celi un’arma nascosta: sono meglio attrezzati contro il virus”. A dirlo all’AdnKronos Salute è Raffaele De Palma, immunologo e medico della medicina interna dell’Ospedale San Martino di Genova, che ha curato l’anziana paziente. Confida: “Non appena sarà possibile, chiederemo alla signora un po’ di sangue per capire meglio il segreto dei centenari”.

“Vorremmo poterla studiare, per comprendere il ruolo del sistema immunitario di queste persone eccezionalmente longeve”. Lina, ricorda De Palma, è arrivata in ospedale con sintomi respiratori. Sono stati realizzati tutti i test del caso ed è risultata positiva al coronavirus, ma non ha quasi avuto bisogno di cure specialistiche e non è stata intubata. La maggior parte del lavoro l’ha fatto il sistema immunitario della signora. Una donna, sottolinea il medico, volitiva e lucidissima che ha fatto una vita straordinaria e coltiva interessi peculiari.

È una fan sfegatata di Valentino Rossi, ama i Queen, la Formula Uno e il pattinaggio sul ghiaccio. “Il suo, insiste De Palma, è un caso eccezionale. In Liguria abbiamo molti pazienti anziani e longevi, ma la reazione della signora al virus merita di essere studiata. Forse, nel corso dei suoi 100 anni, si è imbattuta in tanti di quei virus che il suo sistema immunitario oggi è più attrezzato contro Covid-19. Passata l’emergenza le chiederemo aiuto e, se non mi picchia, un po’ del suo sangue”, scherza il medico.

Questi descritti sono casi eccezionali. Casi in cui la vita vince sul male. Sulla morte. E proprio da qui potrebbe partire la ricerca per dare un poco di fiducia a tutti quei migliaia di malati che al momento sono attaccati a un respiratore. Pazienti in difficoltà che devono essere aiutati in ogni modo. Anche sondando il sangue di una centenaria come la signora Lina e dei suoi colleghi superumani.

il giornale.it

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