Gentiloni difende il Mes: “Non ci sono complotti contro l’Italia”

Paolo Gentiloni cerca di tranquillizzare l’Italia per quanto riguarda il Mes: “Serve a introdurre un ombrello protettivo in caso di crisi bancarie non gestibili con gli strumenti attuali.

Descriverla invece come un rischio o addirittura un complotto contro l’Italia può alimentare rischi sui mercati che oggi non esistono”. L’ex presidente del Consiglio, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha analizzato i possibili scenari riguardo un’eventuale fase di stallo: “Il compromesso è stato raggiunto nel giugno scorso. E, ripeto, non c’è alcun motivo tecnico o politico per definire quell’intesa un rischio per l’Italia”. Nonostante i vari litigi all’interno della maggioranza giallorossa sul fondo salva-Stati, non vi sarebbe alcuna preoccupazione sul raggiungimento degli accordi: “Non vedo ragioni che possano spingere un singolo Paese a bloccare l’intesa sul Mes”.

La commissione Ursula

Il commissario per gli Affari economici e monetari della Ue ha parlato anche della fumata bianca arrivata dal Parlamento europeo, che ha dato il via libera alla squadra della Commissione euoprea di Ursula von der Leyen con 461 voti a favore, 157 contrari e 89 astensioni. La maggioranza potrebbe però risultare fragile: “Il fatto di dover avere rapporti intensi con il Parlamento a me fa piacere. Paradossalmente questa frammentazione può far crescere il ruolo dell’Europarlamento, che potrà avere più voce in capitolo”.

Alla vigilia del voto, Francia e Germania hanno fatto trapelare un paper sulla convocazione di una nuova Conferenza intergovernativa: “È un’inversione di tendenza rispetto alla deriva intergovernativa degli ultimi anni. Il contributo franco-tedesco è utile, tanto più in un momento nel quale i due Paesi hanno visioni che non sempre coincidono”. A suo giudizio, tra l’ambizione francese e la prudenza tedesca, potrebbe esserci spazio anche per un’iniziativa da parte dell’Italia: “L’attuale governo ha lasciato alle spalle le tendenze all’isolamento. Fra queste, la ripresa dell’ipotesi di un trattato bilaterale con la Francia, che era stata messa in un cassetto”.

Crescita e recessione

Non poteva mancare la questione relativa alla crescita: molte proposte sono legate al Quadro pluriennale finanziario per i prossimi sette anni, sul quale però c’è un fronte di Paesi che non vuole dotarlo di maggiori risorse. Gentiloni ha però tenuto a far sapere ai cittadini europei: “In realtà la nostra azione può innescare cambiamenti economici rilevanti, che non vanno letti solo con la lente del bilancio, che certo bisogna irrobustire. Parlo di scelte regolatrici, priorità, decisioni in materia fiscale, concorrenza”.

Non si è detto preoccupato dai rischi di una recessione, ma ha posto comunque l’attenzione su un punto cruciale: “Siamo di fronte a un rallentamento della crescita che nel 2019, dopo aver viaggiato per alcuni anni sul 2%, sarà poco più dell’1%. Quanto prolungato sarà, è l’interrogativo sul quale lavoriamo”. Perciò l’Europa intende adottare una linea che prevede movimenti su due linee principali: da una parte “la transizione ambientale, che orienterà tutto, l’uso dell’energia, i modelli di consumo, le scelte strategiche di interi settori produttivi, qualcosa di simile a quanto successe negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento”; dall’altra “le regole delle politiche di bilancio e la discussione non sarà semplice”.

L’ex premier infine non si è sbilanciato sulla manovra italiana. Tuttavia ha commentato entusiasta un dato di fatto: “La Commissione ha registrato per la prima volta che nessun paese è sopra il 3% del rapporto deficit-Pil, risultato positivo delle politiche di sorveglianza”. Da sottolineare che la Commissione “non ha respinto nessun bilancio, tantomeno quello italiano. Ma le sue valutazioni, che verranno sottoposte alla ratifica dell’Eurogruppo, andranno prese molto sul serio”.

il giornale.it

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