L’ultima vergogna dei magistrati. Tutti contro Salvini: “viola i diritti morali, xenofobo e razzista”. Assedio brutale.

Al via il ventiduesimo congresso di Magistratura democratica, ma più che democrazia sembra quasi il programma politico di un partito pronto a scendere in campo e vincere le prossime elezioni.

Ad illustrare bene il concetto due cose: il titolo del congresso (“Il giudice nell’ Europa dei populisti”) e la vignetta di Vauro.

Quest’ultima mostra un magistrato che, come San Martino col suo mantello, si toglie la toga e copre un migrante. Da qui so comprende il nemico numero uno da combattere: Matteo Salvini.

«Deriva xenofoba e razzista» vissuta dal nostro Paese gridano le toghe. «Con la chiusura dei nostri porti e la messa al bando delle Ong si è consumata una violazione senza precedenti degli obblighi giuridici e morali di soccorso e di accoglienza, che derivano dal diritto interno ed internazionale».

In questo quadro, il decreto sicurezza sarebbe l’ espressione di «un progetto alternativo di società: un nuovo ordine fondato sul superamento teorizzato, dichiarato e rivendicato, del carattere universale dei diritti fondamentali, del principio di eguaglianza fra gli individui e della solidarietà quale valore che appartiene alla nostra storia e alla nostra comunità».

Non potevano mancare le critiche alla legge sulla legittima difesa, della quale si tornerà a discutere alla Camera la prossima settimana (dopo un rinvio che il presidente dell’ Associazione nazionale magistrati Francesco Minisci aveva auspicato fosse «sine die»). Per Magistratura democratica «un’idea arcaica di giustizia come vendetta privata ispira la nuova disciplina».

Si tratta di «una riforma “manifesto”, con gravissime implicazioni sul piano culturale come su quello giuridico: anteporre l’ inviolabilità del domicilio alla tutela incondizionata della vita umana significa consumare un ulteriore strappo con il sistema dei valori della nostra Costituzione, sovvertendo la collocazione che da questo sistema ricevono e la graduazione della loro tutela conforme ad elementari principi di civiltà giuridica». Facile immaginare che, nell’ interpretazione e nell’ applicazione della legge, una volta approvata, i giudici che si riconoscono in questa corrente opporranno una resistenza accanita.

Ma le toghe rosse, fanno una critica a tutto tondo sull’operato del governo giallo-verde. Partendo dll’affido dei figli in caso di separazione, passando per l’ aborto, i valori della famiglia. per arrivare poi al reddito di cittadinanza.

Insomma, ai magistrati non va bene nulla. Ma d’altronde, la politica è anche questo!

Fonte: Libero

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