De Benedetti si scorda di dichiarare lo yacht: rischio multa milionaria

L’ingegnere Carlo De Benedetti rischia di dover pagare una multa fino a 36 milioni di euro.

La Guardia di finanza di Torino, riferisce l’agenzia Ansa, contesta all’ex numero uno del gruppo Espresso di aver omesso di dichiarare al Fisco italiano un investimento compiuto in un territorio a fiscalità agevolata, un paradiso fiscale come le Isole Cayman, «per un valore annuo pari a 19 milioni e 995mila euro». In totale l’evasione ipotizzata dalla Gdf è di circa 120 milioni di euro e riguarda in particolare l’acquisto in leasing di My Aldabra, yacht di 51 metri battente appunto bandiera delle Cayman. A far scattare gli accertamenti delle fiamme gialle di Torino è stata una segnalazione della Gdf della Toscana, dove il maxi yacht è stato costruito, ovvero dai Cantieri Navali Codecasa di Viareggio. Un gioiello della nautica riservato ai nababbi, che le riviste di settore descrivono «magica nel nome, magica per i suoi incredibili interni», suite armatoriale con terrazzo vista mare, cinque cabine, due salotti in legno di palissandro e rovere, con un ascensore che collega i cinque ponti. L’atto, scrive ilfattoquotidiano.it è stato notificato a fine settembre alla società Aldabra, detenuta al 99 per cento da De Benedetti e all’uno per cento da Massimo Segre. I controlli della guardia di finanza su quella società, svolti nel 2016, erano guidati dal sospetto che la Aldabra fosse solo una società di comodo creata ad hoc per intestarle dei beni in realtà nella disponibilità esclusiva dei soci. In questo caso, il bene in oggetto è il super yacht di 51 metri di proprietà di Unicredit Leasing e in affitto alla società di De Benedetti. Secondo gli investigatori la Aldabra avrebbe dovuto indicare tra i suoi redditi, come prevede una disposizione dell’Agenzia delle entrate, il valore dell’investimento all’estero consistente nel leasing dello yacht, di qui la contestazione di omessa dichiarazione. Un addebito respinto con «profonda sorpresa per la notizia – fa sapere un portavoce di De Benedetti – Premesso che da un punto di vista formale non sono stati rispettati i dovuti obblighi di riservatezza, l’ingegner De Benedetti non ha mai evaso, o omesso di dichiarare, alcuna proprietà estera, in particolare per quanto riguarda l’imbarcazione MY Aldabra, che era di proprietà di UniCredit Leasing SpA in Italia. Un’informazione data al pubblico e basata sul nulla, gravemente lesiva. L’Ingegnere avvierà pertanto azioni a tutela della sua reputazione e in tal senso ha già dato mandato al professor Franco Coppi di procedere giudizialmente».

L’imbarcazione superlusso di De Benedetti era finita nell’«inventario» dei suoi beni milionari fatto, proprio su Repubblica, dal fondatore del giornale edito da De Benedetti, cioè Eugenio Scalfarti, nel corso di una diatriba tra i due. «De Benedetti non ha mai fatto l’editore. È stato l’amministratore dei suoi beni. Oltre a Repubblica aveva un patrimonio personale molto ragguardevole. Con Repubblica sicuro non ci rimise. Questo perché la sua abilità di finanziere gli ha consentito di vivere da ricchissimo. E bastino a dimostrarlo la strepitosa villa che ha in Andalusia e il grande yacht con cui fa le crociere in giro per il mondo».


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