Portate in Italia e poi uccise: le schiave del traffico di organi

Quando si pensa alla Nigeria, viene in mente Lagos e la sua enorme cinta urbana che ne fa una delle città più popolose del continente nero. Ed in effetti il soprannome di “grande mela d’Africa” fa ben capire come la metropoli sia la capitale economica del Paese. Ma poco più ad est, c’è un’altra città importante sotto il profilo culturale il cui nome lo si confonde spesso con uno degli Stati che confina con la Nigeria: Benin City. Affacciata, o quasi, sull’oceano ed a pochi passi dal grande fiume Niger, Benin City è invece una delle capitali culturali del paese africano. Si tratta dell’antica Edo, capitale del grande regno del Benin, che nella fase di massima espansione risulta situato in tutta l’attuale Nigeria e non solo. Per tal motivo, Benin City è la città da cui derivano molte delle più famosi espressioni culturali della Nigeria. A questo però, fa da contraltare una difficile situazione economica, una povertà ed un disagio sociale molto diffusi che fanno di Benin City anche una capitale della criminalità organizzata nigeriana. 

Ed alcune ultime indagini tracciano un inquietante filo che da Benin City, arriva fino alla costa casertana passando da Usa e Canada. Alcune inchieste, in particolare, risultano seguite dall’Fbi e dalla nostra polizia: le scoperte, evidenziano come dietro il fenomeno migratorio dalla Nigeria si nasconda il traffico di donne vendute come schiave sessuali o di esseri umani uccisi per alimentare il traffico d’organi

Gli affari criminali lungo la costa domiziana

Già da diversi anni molte inchieste giornalistiche locali evidenziano come, lungo la costa domiziana, esistano veri e propri feudi dominati dalla criminalità nigeriana. Il fenomeno è diffuso soprattutto in provincia di Caserta. A Castel Volturno ad esempio, vicino alcune spiagge più isolate insistono ancora gli scheletri di case abusive o di manufatti che sono stati o dovevano diventare alberghi e resort di lusso. Un sogno, quello del turismo di massa, coltivato a lungo ma naufragato ben presto e che, come unica eredità, lascia una schiera di edifici abbandonati dove il controllo dello Stato appare inesistente. Condizioni ideali per dare rifugio a persone non regolarmente presenti in Italia, ma anche a pusher ed a criminali che gestiscono il traffico di prostitute. Ed è qui che la mafia nigeriana prospera. Le indagini degli inquirenti di Caserta e Napoli, ad un certo punto si intrecciano con quelle dell’Fbi. 

Negli Usa infatti, viene notato un anomalo giro di denaro riconducibile ai boss della malavita nigeriana presenti in molte metropoli nordamericane. Tramite i servizi di money transfer o anche attraverso meccanismi finanziari del deep web, i soldi dagli Stati Uniti finiscono sui conti di alcuni migranti presenti lungo la costa domiziana. La mafia nigeriana, spiegano dagli Usa, è molto ricca e potente grazie alla sua capacità di gestione del lucroso traffico di droga che dall’Africa giunge in America. Per questo gli uomini dell’Fbi impegnati a bloccare la tratta di droga dal continente nero, si imbattono ad un certo punto nei copiosi e corposi trasferimenti di denaro verso l’Italia e, in particolare, verso la provincia di Caserta. Da qui, contestualmente, arrivano i collegamenti tra le inchieste dell’Fbi e quelle della nostra polizia. 

I traffici gestiti dalla mafia nigeriana in Campania

La domanda dunque che sorge spontanea è la seguente: a cosa servono quelle valanghe di soldi fatti pervenire a nigeriani attestati nel litorale della provincia di Caserta? La risposta sembra chiudere l’inquietante cerchio accennato ad inizio articolo: tutto parte da Benin City. Qui la criminalità nigeriana, come detto, affonda molte delle proprie radici. Da qui i mafiosi locali fanno partire centinaia di nigeriani. A volte chi parte viene illuso con storie su vite migliori e lavoro assicurato in Europa, altre volte invece si obbligano i malcapitati a prendere la via dell’Italia a suon di minacce, riti voodoo e violenze. Questo spiega come mai, dopo la Tunisia, la Nigeria è il paese africano da cui proviene il maggior numero di migranti irregolari presenti in Italia. Dalla regione di Benin City vengono fatti partire diversi gruppi ogni mese. Gestire un simile traffico è dispendioso: i viaggi durano diverse settimane, se non mesi, non sembrano esserci particolari difficoltà per giungere in Niger visto che si tratta di paesi dell’Ecowas ma, dopo il Niger, c’è la Libia. E dunque lì la mafia nigeriana ha necessità di pagare milizie locali, organizzare la macabra logistica della tratta di migranti lungo il deserto, oltre che infine mantenere in vita tutta la rete di collegamenti presente in Italia ed in Europa.

Ecco dunque a cosa servono tutti quei soldi. La mafia nigeriana arricchita dal traffico di droga in nord America, riversa milioni di Dollari in Italia per consentire alla criminalità africana presente nel nostro paese la gestione del traffico di esseri umani da Benin City. Un traffico anch’esso drammaticamente lucroso. La mafia nigeriana infatti guadagna molto dalla prostituzione e dalla vendita di organi. Migliaia di ragazze nigeriane vengono introdotte in Italia, alcune vengono inviate anche in nord Europa. La criminalità organizzata africana gestisce la tratta di prostitute, guadagnando in tutto il vecchio continente parecchi soldi. Ma gli inquirenti, anche nella stessa Nigeria, registrano anche episodi di gente uccisa per immettere sul mercato i propri organi. Anche da qui i criminali senza scrupoli e senza alcun ombra di umanità guadagnano milioni di Dollari. 

Un anello terribile dunque, che collega Nigeria, Usa ed Italia. Un anello che al momento sembra difficile spezzare e che riesce, da tanti e troppi anni, a rendere sempre più potente i clan nigeriani. 

il giornale.it

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