Walter Veltroni, l’ora della paura per la sinistra: “Salvini? Non chiamiamoli populisti, sono…”

Walter Veltroni ha lanciato dalle pagine di Repubblica la sua ricetta per rilanciare la sinistra, ormai ridotta a barzelletta di se stessa dopo gli ultimi disastri elettorali e i numeri imbarazzanti raccolti nei sondaggi. L’ex segretario del Pd non trova altro modo per aiutare i suoi compagni di partito se non sfornando un discorso di ben due paginone sul quotidiano amico, partendo dal chiarire perché è sbagliato definire la destra a cui fa riferimento la Lega di Matteo Salvini come “populista”: “È un’espressione comoda per indicare una politica che si rivolge al disagio”. E invece no, secondo Veltroni: “È la destra peggiore. Definirla populista è farle un favore. Chiamiamo le cose con il loro nome. Chi sostiene il sovranismo in una società globale, chi postula una società chiusa, chi si fa beffe del pensiero degli altri e lo demonizza, chi anima spiriti guerrieri contro ogni minoranza, chi mette in discussione il valore della democrazia rappresentativa, altro non fa che dare voce alle ragioni storiche della destra più estrema. Altro che populismo. Qualcosa di molto più pericolo.

Davanti a questo fantomatico pericolo per la democrazia, rappresentato dai partiti del governo in carica, Veltroni propone una nuova sinistra, che archivi quel che c’è ancora oggi: “O la sinistra definirà una proposta in grado di assicurare sicurezza sociale nel tempo della precarietà degli umani o sparirà. O la sinistra la smetterà di rimpiangere un passato che non tornerà e si preoccuperà di portare in questo tempo i suoi valori o sparirà. O la sinistra immaginerà nuove forme di partecipazione popolare alla decisione pubblica, una nuova stagione della diffusione della democrazia, o prevarranno i modelli autoritari. Nelle future esperienze di governo della sinistra ci dovrà essere una più marcata radicalità di innovazione”.

 

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