PENSIONI, LA BRUTTA NOTIZIA PER GLI ITALIANI: SE HAI QUESTA ETÀ..

Gli ultimi anni si sono rivelati particolarmente duri per gli italiani, che hanno dovuto fare i conti con una crisi economica senza precedenti. Ad impattare è stata soprattutto la crisi dell’est Europa ed il conflitto russo-ucraino, che ha prodotto, per esempio, un notevole aumento dei costi dell’energia.

A minare ulteriormente il potere di acquisto degli italiani anche l’insorgere di un’inflazione che si è riversata sul costo dei beni di prima necessità; anche recarsi al supermercato per fare la spesa si è rivelata una mannaia non da poco.

Oltre alle famiglie, anche le aziende sono colpite dalla crisi, come le saracinesche continuano ad abbassarsi a ritmi spaventosi.

Per venire incontro alle famiglie italiane qualche settimana fa è stato introdotta la Carta degli acquisti 2023, una tessera che spetta ai nuclei famigliari meno abbienti e che contiene ben 382,5 euro da spendere presso i negozi alimentari. Sicuramente un bel contributo per contrastare l’inflazione sempre più galoppante.

Sono passati tanti anni dalla Riforma delle Fornero, quella che calpestò i diritti sociali nel nostro Paese da sacrificare sull’altare sacro del debito pubblico e dello spread. Basti pensare alla categoria degli esodati nata proprio in seguito a questa riforma, quando una fetta della popolazione italiana si ritrovò di punto in bianco senza pensione e senza lavoro.

Nella prossima pagina però vi informeremo su una notizia appena arrivata in redazione che sicuramente non farà molto piacere agli italiani.

Come si sa al giorno d’oggi, mentre l’inflazione continua a galoppare rendendo sempre più difficile andare avanti, i salari rimangono sempre gli stessi. Non vi è stato infatti un aumento di questi ultimi e proprio a causa di questa situazione gli italiani sono sempre più in difficoltà, faticando ad arrivare alla fine del mese.

Secondo il XXII Rapporto Annuale dell’Inps in Italia anche quest’anno è netta la differenza tra Nord e Sud per quanto riguarda i salari, ma anche le pensioni. Vi è molta differenza infatti tra queste due zone d’Italia, ma in generale, fa sapere il rapporto, l’aspettativa di vita degli operai è inferiore a quella dei manager.

Una condizione che come sottolinea il rapporto è lungi dal risolversi. Questo in quanto “dinanzi d un quadro del mercato del lavoro che conferma seri problemi strutturali – afferma Maria Grazia Gabrielli, segretaria confederaleCGIL con delega al mercato del lavoro – il Governo, con il decreto lavoro, non fa altro che aumentare la povertà e la precarietà. Per un lavoro stabile e di qualità saremo in piazza il 7 ottobre con oltre 100 associazioni” – queste le parole della Gabrielli.

L’Inps fa notare come le ricadute inflazionistiche del 2022 si concentrano particolarmente sui pensionati italiani, specialmente quelli più poveri, che perdono tra il 2018 e il 2022 il 10,6% del reddito reale, perdita oltre dieci volte maggiore delle famiglie con solo redditi da lavoro. La situazione è appunto poi esasperata dai contratti di lavoro, che molto spesso sono precari appunto e non consentono di avere dei contributi sufficienti per le pensioni.

“La previdenza rimane un punto centrale che chiediamo di affrontare a questo Governo e sarà una delle tante ragioni della mobilitazione del prossimo 7 ottobre” – queste le parole di Lara Ghiglione, segretaria confederale Cgil con delega alla previdenza.

Insomma per gli italiani continuano a non esserci buone notizie sul fronte delle pensioni. Vedremo se il Governo affronterà la situazione.

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