L’ULTIMO GESTO DI KEVIN È UN COLPO AL CUORE: COSA HA FATTO IL RAGAZZO

La cronaca nazionale, in queste ore, continua a parlare dello schianto ferroviario avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì a Brandizzo, alle porte di Torino, in cui cinque operai sono stati travolti da un convoglio che viaggiava ad una velocità di 160 chilometri orari, perdendo la vita sul colpo.

Mentre la Procura continua ad indagare, sperando di ottenere, anche con l’ascolto dei due operai sopravvissuti, una ricostruzione plausibile dell’intera vicenda, emergono nuovi dettagli, fortemente toccanti, riguardanti i cinque lavoratori che non ce l’hanno fatta, scavando nel loro vissuto.

I loro nomi e i loro volti la stampa li ha già abbondantemente resi noti. Si tratta del 22enne Kevin Laganà, del 34enne Michael Zanera, del 43enne Giuseppe Sorbillo, 43, di Giuseppe Saverio Lombardo, 52 anni, del 49enne Giuseppe Aversa, 49. Tutti e cinque erano dipendenti della Sigifer Srl, che ha sede a Borgo Vercelli.

Gli operai deceduti sul colpo stavano sostituendo alcuni metri di binario in un’area dove erano in corso interventi di manutenzione, sui binari a Brandizzo lungo la linea ferroviaria Torino-Milano, nei pressi di Chivasso, quando la loro esistenza è stata stroncata.

L’ultimo gesto di Kevin, il più piccolo dei cinque dipendenti che hanno perso la vita nell’incidente ferroviario di Brandizzo è davvero un colpo al cuore, lasciando gli utenti letteralmente raggelati. Vediamo cosa ha fatto il 22enne , nella seconda pagina del nostro articolo.

Kevin Laganà, il più piccolo dei cinque operai che hanno perso la vita nello schianto ferroviario di Brandizzo, aveva compiuto 22 anni il mese scorso, festeggiati assieme alla sua famiglia. Un destino atroce se l’è portato via per sempre, strappandolo all’affetto dei suoi cari mentre stava lavorando nel buio della notte. Da quanto si apprende a mezzo stampa, il ragazzo aveva origini sicule, essendo originario di Messina.

Quand’era piccolo, assieme al padre, si era trasferito a Vercelli, iniziando a lavorare, dopo le medie, nel 201,  presso la Sigifer di Borgo Vercelli. Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, lo descrivono come un giovane solare, sempre disponibile ad aiutare il prossimo, profondamente legato alla sua famiglia, in particolare al papà Massimo e al fratello Antonino.

Kevin abitava in una palazzina alla periferia di Vercelli… la stessa che oggi, strettasi nella disperazione, fa fatica a credere che il 22enne se ne sia andato mentre faceva quel lavoro che gli piaceva, che non gli faceva paura, pur esponendolo comunque a dei rischi.

Un‘ora prima di morire, il padre ha postato una storia sui social e il ragazzo l’ha commentata, scrivendogli: “Ti amo”. Parole stupende, emblema di un legame speciale, puro, unico. Soli sessanta minuti dopo, un treno in corsa  ha travolto e ucciso il povero Kevin. Un dolore che nessuno mai potrà lenire, quello di un padre rimasto orfano di colui a cui ha dato la vita; un ragazzo brillante, pieno di energie, di voglia di lavorava, che non si sottraeva alla fatica.

Per la Festa del papà, Kevin aveva dedicato al padre uno stupendo post: “Tu sei la cosa più importante che abbia nella vita, il miglior padre che si possa avere. Ti amo, sei l’unica cosa al mondo che mi fa star bene e che ogni giorno quando ti vedo spero di non staccarmi mai da te perché cosa di meglio non c’è”. Mentre la Procura continua ad indagare, per comprendere se si sia trattato di un errore di comunicazione o di un errore umano del macchinista, i familiari chiedono giustizia. Non è concepibile perdere la vita mentre, dignitosamente e con sacrifici, si sta portando il pane a casa.

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