“ECCO COSA VI FACEVANO MANGIARE”. MAXI SEQUESTRO E CHIUSO RISTORANTE

Ogni tanto, chi può, si concede una piacevole evasione, recandosi al ristorante assieme al proprio compagno, agli amici, ai colleghi. Un modo per ritagliarsi una piacevole pausa all’insegna della convivialità e, perché no, per testare le prelibatezze culinarie del posto.

C’è chi sceglie il menù con dovizia di particolari, dopo aver guardato le recensioni su Tripadvisor, con la speranza che i commenti dei clienti siano positivi, c’è chi va alla cieca, avventurandosi a caccia di ristoranti particolari, magari semplicemente attratti dalla location, senza sapere come, effettivamente, si mangia.

Gli italiani sono decisamente delle buone forchette ma, come tutti sappiamo perfettamente, è doveroso che gli esercizi di ristorazione passino dei controlli serrati, proprio per assicurare ai consumatori la sicurezza alimentare, evitando rischi e problematiche di salute anche piuttosto severe.

Di tanto in tanto la cronaca ci riporta casi che fanno un certo effetto, specie se accadono nella nostra bella Italia, frequentata dai turisti proprio per la bontà dei suoi piatti. Eppure, per dover di cronaca, non possiamo esimerci dal dare la notizia di quanto è accaduto proprio in questi giorni.

Si parla di un maxi sequestro e della chiusura di un ristorante, oltre a provvedimenti davvero molto severi per altri due locali. Ma per quale motivo? E cosa è avvenuto con esattezza? Non ci resta che scoprirlo insieme nella seconda pagina del nostro articolo perché resterete a dir poco sconcertati.

Nas di Padova, in questi giorni, hanno avuto davvero un gran lavoro perché, nell’ambito delle loro attività di controllo, hanno portato alla chiusura di un ristorante e al sanzionamento di altri due locali. Dal Gazzettino apprendiamo che si tratta di un ristorante di Abano, di  un punto vendita etnico a Sant’Angelo di Piove di Sacco e di un altro locale situato a Brendola.

I carabinieri hanno passato letteralmente in rassegna un ristorante di Abano Terme, in provincia di Padova, peraltro molto noto e frequentato ma, nell’attività volta a tutelare i clienti, preservandoli da rischi di salute, si sono trovati dinnanzi ad una scoperta non da poco in quanto, all’interno del locale, le condizioni igieniche  erano praticamente inesistenti con insetti che svolazzavano tra la frutta ammuffita che veniva riciclata, trasformandosi in centrifugati da servire, come se nulla fosse, ai clienti.

Il titolare del noto ristorante, un 52enne del posto, è stato denunciato e, ovviamente, è scattata la chiusura del locale fino al ripristino delle condizioni igienico-sanitarie. Per il negozio etnico a Piove di Sacco, in provincia di Padova, è scatta una multa di 1400 euro in quanto molti dei prodotti sugli scaffali non avevano etichette scritte in italiano. Multare il titolare dell’esercizio, un 50enne di  origine cinese, è stato inevitabile. Ai due locali suddetti, se ne aggiunge un terzo, situato a Brendola, in provincia di Vicenza.

Qui la situazione che i Nas si sono trovati davanti è davvero pazzesca perché, oltre alle carenze igieniche, mancava la registrazione dei prodotti,   e vi erano diversi problemi amministrativi. In quest’ultimo caso è scattato il sequestro di 30 tonnellate di alimenti del valore commerciale complessivo di 2 milioni di euro, mentre per il titolare è scattata la multa di 6 mila euro.

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