“Mi portate alla morte”. Stupro di Palermo, la vittima è furiosa e per la prima volta rompe il silenzio

Stupro di Palermo, la 19enne vittima del branco su Instagram: “Sono stanca, mi state portando alla morte“. C’è ancora tanto clamore attorno alla vicenda della giovane violentata da un gruppo di 7 ragazzi all’incirca della stessa età la notte tra 6 e 7 luglio in un cantiere del Foro Italico di Palermo. Uno dei giovani accusati era minorenne all’epoca dei fatti e dopo aver confessato è stato affidato ad una comunità di recupero. Gli altri hanno chiesto tramite i propri legali di essere trasferiti dal carcere di Palermo presso un’altra struttura.

Giusto ieri, lunedì 28 agosto, su diversi quotidiani è stata pubblicata la lettera del papà di un’altra giovane che ha subito lo stesso atroce destino della 19enne di Palermo. Il titolo è eloquente: “Cara ragazza di Palermo ti capisco perché mia figlia ha vissuto lo stesso calvario. Ma preparati: ora sei sola“. Adesso a parlare è la stessa giovane che su Instagram si è sfogata dopo aver ricevuto diversi messaggi. E non tutti di solidarietà o sostegno.

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La 19enne stuprata dal branco: “La mia anima è stanca…”

La ragazza vittima dello stupro di gruppo si sfoga su Instagram: “Sono stanca mi state portando alla morte. Io stessa anche senza questi commenti non ce la faccio più. Non ho voglia di lottare né per me né per gli altri. Non posso aiutare nessuno se sto così”. Già ieri la 19enne aveva scritto sempre sul suo profilo social “La mia anima è stanca”. Nel frattempo tanti, soprattutto giovani, sono scesi nelle strade della città per manifestare il loro sdegno per quanto accaduto e dare sostegno alla ragazza.

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Nei giorni scorsi altri dettagli agghiaccianti su quanto avvenuto in quella notte sono venuti a galla: “Cumpà l’ammazzammu! Ti giuro a me matri, l’ammazzammu, ti giuro a me frati, sviniu… Sviniu chiossai di na vota…” (Compare, l’abbiamo ammazzata! Ti giuro su mia madre l’abbiamo ammazzata, ti giuro su mio fratello è svenuta. È svenuta più di una volta, ndr). Con queste parole il più giovane del gruppo ha descritto con alcuni messaggi vocali ad un amico quello che lui e gli altri hanno fatto quella notte.

Già una decina di giorni dopo aver subito lo stupro la ragazza aveva postato messaggi simili: “Sinceramente sono stanca di essere educata, quindi ve lo dico in francese, mi avete rotto i c… con cose del tipo ‘ah ma fa i video su TikTok con delle canzoni oscene’, ‘è normale che poi le succede questo’”. “Me ne dovrei fregare – prosegue la ragazza – ma non lo dico per me, più che altro se andate a scrivere cose del genere a ragazze a cui succedono cose come me, e fanno post come me, potrebbero ammazzarsi. Sapete che significa suicidio? Già sapevo che qualcuno avrebbe fatto lo scaltro, ma io rimango me stessa e manco se mi pagate cambio, perciò chiudetevi la boccuccia, piuttosto che giudicare una ragazza stuprata”.

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