Parla il padre della ragazza che ha denunciato il figlio di Ignazio La Russa: «Non abbiate paura del potere»

Un padre sfoga il suo dolore, parlando della sua figlia, la vittima di un presunto caso di violenza sessuale. “Se quello che mia figlia racconta viene dimostrato, e io credo a mia figlia, lei resterà segnata per tutta la vita. Spero che chi deve indagare e giudicare sappia valutare oggettivamente i fatti, indipendentemente dalla potenza politica del padre dell’accusato.” Queste le parole rilasciate a Repubblica dal padre della ragazza che ha denunciato Leonardo La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa.

L’accusa di violenza sessuale è stata depositata dall’avvocato Stefano Benvenuto, che assiste la giovane vittima. La ragazza sarà presto convocata in procura per ricreare i ricordi di quella notte. Tutto iniziò con un incontro con Leonardo La Russa all’Apophis club, poi un vuoto di memoria, e infine si sveglia nuda nel letto del ragazzo, in quello che scopre essere l’appartamento della famiglia La Russa.

Al centro Antiviolenze della Clinica Mangiagalli, la vittima presenta ferite compatibili con la violenza sessuale, tra cui un’ecchimosi e una ferita leggera su una gamba. Gli esami del sangue hanno anche rivelato la presenza di cocaina, cannabis e tracce di benzodiazepine, che richiedono ulteriori esami per determinare se la sostanza sia stata assunta attraverso un cocktail.

Secondo una fonte vicina all’inchiesta della Procura di Milano, intervistata dal Corriere della Sera, le lesioni “potrebbero essere compatibili con una violenza sessuale”. Il racconto è considerato “credibile”. Tuttavia, gli investigatori della Mobile di Milano devono ancora verificare cosa è successo nell’appartamento della famiglia La Russa.

Al centro dell’inchiesta c’è anche una serie di chat con le amiche della vittima. Le comunicazioni con queste tre ragazze potrebbero fornire elementi utili per verificare l’attendibilità del racconto della vittima. “Non mi ricordo nulla. Raccontami di ieri, sono stata drogata?”, ha scritto la giovane a un’amica. “Non mi ascoltavi, penso ti abbia drogata. Non mi ascoltavi, poi sei corsa via perché non ti ho più trovata. Tu stavi benissimo fino a prima che ti portò il drink”, ha risposto l’amica.

L’inchiesta è ancora in corso e gli investigatori acquisiranno i tabulati dei telefonini per verificare le comunicazioni e i movimenti delle persone coinvolte. Si prevede inoltre di esaminare le registrazioni delle telecamere del club e nei pressi dell’abitazione dei La Russa.

Un caso doloroso, con forti implicazioni politiche, che sicuramente resterà al centro dell’attenzione nei prossimi giorni. E una ragazza, e una famiglia, che cercano di recuperare il senso di sicurezza e giustizia.

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