“Devo dire una cosa su di lui”. Giulia Tramontano, il commento di Marco Travaglio su Impagnatiello

Il caso dell’omicidio di Giulia Tramontano è diventato mediatico e tutti attendono altre notizie su Alessandro Impagnatiello, che ha confessato di essere l’assassino della fidanzata incinta di sette mesi. Ora sulla questione è intervenuto il giornalista Marco Travaglio con dichiarazioni che stanno già facendo discutere. Il 30enne barman è rinchiuso in prigione con le pesanti accuse di omicidio, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale.

Bisognerà capire dall’autopsia sul corpo di Giulia come sia stata realmente uccisa da Alessandro Impagnatiello, anche se lui ha parlato di alcune coltellate. Marco Travaglio, però, si è soffermato su ciò che la stampa e comunque la gente in generale sta dicendo sul conto del giovane. Lui non è d’accordo praticamente con questo modo di agire nei confronti del killer della 29enne, che è morta a Senago, in provincia di Milano.

Alessandro Impagnatiello Marco Travaglio

Omicidio Giulia, su Alessandro Impagnatiello interviene Marco Travaglio

Su Il Fatto Quotidiano, in un editoriale apparso nella giornata di mercoledì 7 giugno, parlando di Alessandro Impagnatiello e dell’assassino di Giulia Tramontano, Marco Travaglio ha quindi scritto: “Come ogni delitto ‘comune’ (cioè estraneo al mondo del potere), anche l’omicidio di Giulia Tramontano confessato da Alessandro Impagnatiello sta mandando in cortocircuito l’impalcatura del ‘garantismo’ all’italiana: quell’armamentario di gargarismi e slogan insensati che scatta appena viene beccato un colletto bianco”.

Alessandro Impagnatiello Marco Travaglio

Poi Travaglio ha aggiunto: “A nessuno viene in mente di ricordare che il reo confesso è un ‘presunto innocente’: eppure, per la legge e la Costituzione uguali per tutti, lo è anche lui. Nessuno si sogna di protestare per la pubblicazione di verbali e chat, di invocare il segreto o la privacy dei ‘terzi’ citati nelle carte e negli sms: infatti è materiale depositato e dunque non segreto; ma, se al posto di Impagnatiello ci fosse un vipla stampa traboccherebbe di sdegno e il Parlamento di interrogazioni“.

E poi su Il Fatto Quotidiano, il giornalista ha infine scritto: “Dal ministero della Giustizia partirebbero ispezioni e azioni disciplinari contro i magistrati, nonché riforme urgentissime contro le pubblicazioni e le manette ‘facili’. E figurarsi gli alti lai delle vergini violate se una conduttrice della Rai desse del ‘mostro’ a un tangentaro preso con le mani nel sacco: sparirebbe dal video per sempre. Bisogna interrogarsi sul motivo profondo del surplus di accanimento verbale, mediatico, voyeuristico che accompagna queste efferatezze”.

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