MAESTRA RECITA L’AVE MARIA CON I BAMBINI IN CLASSE: FINISCE MALISSIMO PER LEI

Una storia davvero forte, una di quelle che sta facendo parlare l’opinione pubblica in quanto sta creando sconcerto, sgomento, incredulità.

Una storia che sta circolando veloce sul web, dove si sa, tutto corre a velocità della luce e dove l’indignazione viene palesemente manifestata, specie se di mezzo c’è la fede.

Un argomento che coinvolge etica, morale, religione. Un argomento che genera una valanga di commenti, specie se l’episodio si verifica in una scuola, quella in cui mandiamo i nostri figli per avere esempi positivi.

Li mandiamo con la speranza che possano ricevere i dovuti insegnamenti, improntati al rispetto dell’altro, alla generosità, all’altruismo.

Ma se nel recitare un’Ave Maria in classe,  la cosa finisce in maniera catastrofica? Questo è quanto sta succedendo ad una maestra.

Quella di cui sto parlarvi è una storia davvero forte, da far ribollire il sangue nelle vene. Una maestra di Oristano è stata sospesa per 20 giorni dall’insegnamento ma il motivo di questo provvedimento disciplinare ha dell’assurdo. E’ scattato in quanto ha fatto realizzare agli alunni un piccolo rosario con 10 perline a forma di braccialetto e per aver recitato assieme ai suoi piccoli l’Ave Maria e il Padre Nostro in classe, nell’ora di sostituzinoe di un suo collega.

I fatti sono accaduti in una terza elementare e la maestra 58enne  Marisa Francescangeli, di Nuoro, che insegna nella scuola primaria di San Vero Milis, in provincia di Oristano, dove segue tre classi, una quarta e due terze, oltre alla sospensione dall’insegnamento per 20 giorni, si è vista decurtare il suo stipendio, l’ultimo giorno di scuola, prima delle festività natalizie del 2022.

L’insegnante, come riportato da tgcom24, ha dichiarato: “Per me è stato uno shock . Nella mia carriera non ho mai avuto problemi. Mi sento vittima di un’ingiustizia”. E’ comprensibilmente un fiume in piena, non riuscendo ad accettare questo provvedimento dopo decenni spesi nella scuola, sacrificando del tempo ai suoi figli, all’epoca piccoli, per poter andare avanti con la carriera.

Nel suo lungo sfogo, si legge: “Avevo i figli piccoli, così ho iniziato come assistente amministrativa ma il mio desiderio era di fare la maestra, quindi ho ripreso come supplente a Cagliari dove ho passato 5 anni. Poi, visto che mio marito è dell’Oristanese, ho accettato la cattedra qui a San Vero Milis, dove sono passata di ruolo da tre anni e tra due anni spero di andare in pensione”. La maestra Marisa, che è anche consigliera provinciale dell’Associazione italiana maestri cattolici, si trova, a 58 anni, con un curriculum macchiato provvedimento del dirigente scolastico e dell’ufficio scolastico provinciale.

Ma da dove è partito tutto? Dalla lamentela di due genitori per il braccialetto- rosario e per le preghiere recitate in classe. Peraltro la maestra ha chiesto scusa a tutti i genitori dei suoi alunni in una riunione, credendo che la cosa venisse chiusa così ma si è vista consegnare una lettera raccomandata  con sopra il provvedimento a suo carico. La docente, assistita dall’avvocato del sindacato Uil Elisabetta Mameli, farà ricorso contro il provvedimento. La questione è oggetto di discussione del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Vari parlamentari del centro destra hanno apertamente denunciato “l’intolleranza verso la religione cattolica” e “l’integralismo laico”. E voi, cosa ne pensate?

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