BAMBINO DI 3 ANNI TROVATO SENZA VITA: LA RABBIA DEI GENITORI

Ci sono tragedie che invitano la comunità internazionale a delle profonde riflessioni in quanto si sarebbero potute evitare. Nel caso di cui vi sto per parlare, entrano in ballo decisioni governative.

E’ difficile trovare un punto d’accordo tra tutti i Paesi, ma alcuni drammi, se le autorità fossero state meno rigide, non si sarebbero, forse, verificati, proprio come il decesso di un bimbo di soli 3 anni.

La sua storia ha fatto breccia nel cuore di moltissima gente che si è trovata a leggere la sua storia e il grido di disperazione e di aiuto dei suoi genitori che fanno fatica a credere a quanto è accaduto.

Non si danno pace che il loro adorato figlio non ci sia più. In fin dei conti, come possono due genitori orfani,  accettare una morte contro natura? E’ praticamente impossibile.

Devono combattere per ricevere verità e giustizia ma soprattutto affinché la tragedia che ha strappato dalla dimensione terrena il loro bambino non venga vissuta da altra gente. Vediamo insieme cosa è successo.

I fatti si sono verificati a Lanzhou, nel nord-ovest della Cina. Le autorità cinesi hanno scelto di porre la città in lockdown per evitare i contagi da Covid. Una politica dura che ha impedito alla macchina dei soccorsi di giungere tempestivamente presso l’abitazione dove un bimbo di 3 anni stava per perdere la vita.  Il padre del piccolo, che purtroppo non ce l’ha fatta, ha deciso di muovere le sue accuse contro il governo apertamente.

Avvalendosi dei social, mezzo sempre più diffuso per raggiungere il maggior numero di utenti possibile, devastato dalla perdita del suo splendido bambino, nato solo 3 anni prima, che aveva tutto il diritto di poter ricevere l’assistenza necessaria a farlo rimanere su questa terra, si è lasciato andare ad un duro e sofferto sfogo che si è diffuso rapidamente, innescando una grossissima rabbia tra la popolazione.

Il nome del bambino va ad aggiungersi ad una lunga lista di piccolissime vittime innocenti, decedute per i ritardi dei soccorsi e a causa dell’impossibilità di uscire dalle quarantene. La stessa polizia ha diramato un comunicato con le scuse pubbliche rivolte ai genitori del piccolo, morto per mancanza di cure, fermate dalle misure restrittive contro il Covid.

Parlo della politica chiamata “Zero Covid” che, al minimo segnale di diffusione del virus all’interno della comunità, prevede rigidi lockdown e campagne di test di massa. Una situazione apocalittica, quella voluta dalle autorità cinesi, che crea disagi, proteste… e morti.

Il padre del piccolo si è lamentato della lentezza dei soccorsi e del non aver potuto lasciare la sua residenza per via del confinamento Covid. La polizia, nell’esprimere in un comunicato il suo cordoglio, ha dichiarato: “Noi accettiamo con sincerità le critiche come anche il controllo dei media e degli internauti per impedire che incidenti del genere si riproducano”. Una situazione davvero assurda che gira in rete, attraverso filmati amatoriali, in cui gli abitanti tentano disperatamente di rianimare, con i pochi mezzi a loro disposizione, i loro cari, per scongiurare un tragico epilogo che è già segnato.

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