“RISCHIO FISICO, SE LO AVETE IN CASA, RICONSEGNATELO”. SCATTA IL RICHIAMO

E’ indubbiamente uno dei dolci tipici del periodo natalizio. Anni e anni di storia alle spalle, tradizioni, preparazioni con i metodi di una volta, rendono il panettone tra i più amati dolci delle festività.

Gli italiani lo adorano. C’è chi lo preferisce artigianale, chi industriale e sono in tanti i Paesi che  ne fanno incetta, non solo dunque l’ Italia, ma anche Venezuela, Argentina, Uruguay, Brasile, Perù, Francia, Spagna e altri paesi.

Se quello classico prevede l’uva passa e i canditi, c’è chi è a caccia di novità per cui ne esistono davvero per tutti i gusti gastronomici e per tutti i regimi alimentari.

Da quello ricoperto di glassa al cioccolato, sino a quello con pistacchio, per poi arrivare a quello con la polverina rosa di Chiara Ferragni che così tanto sta facendo impazzire le ragazzine.

E’ caccia alla novità, anche se è tempo di controlli. Proprio quelli effettuati nei giorni scorsi dai Nas, hanno fatto scattare un maxi sequestro. Vediamo, dunque, cosa è accaduto.

Se è vero che il prodotto artigianale è gettonatissimo c’è chi, da furbetto, ha pensato bene di far passare dei panettoni per artigianali quando invece non lo erano e sono stati i Nas a smascherare la truffa, trattando di panettoni realizzati a livello industriale e riconfezionati, privi di etichettatura e tracciabilità. A riportare questa notizia è stato proprio il quotidiano Il Tempo.

In esso è scritto: “a poche ore dalla Vigilia di Natale il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha sequestrato dieci tonnellate di dolci, tra cui 1775 panettoni spacciati per artigianali. Nel mirino delle indagini ben 882 imprese operanti nel settore produttivo e commerciale dei tradizionali prodotti dolciari e della filiera ittica. Gli accertamenti hanno rilevato irregolarità presso 229 strutture, ossia il 26 per cento dei luoghi verificati. Nello specifico gli agenti hanno sequestrato 7,5 tonnellate di prodotti dolciari, tra cui panettoni e pandori tutt’altro che artigianali – come venivano venduti – ma riconfezionati fraudolentemente”.

A prendersi responsabili di questa maxi truffa, ben 37 gestori che, dopo la scoperta dei Nas, sono stati sanzionati per frode in commercio e detenzione di panettoni senza indicazioni sulla effettiva origine. Per altri ancora, i provvedimenti sono stati ancora più drastici, in quanto 16 attività di produzione e vendita sono stati chiusi o sospesi. In occasione delle imminenti festività natalizie, il comando Carabinieri per la tutela della salute, in collaborazione con il Ministero della Salute, ha intensificato i controlli sui prodotti alimentari tipici del periodo.

Si tratta di un’operazione pianificata a livello nazionale, che ha consentito di ispezionare 882 imprese operanti nel settore produttivo e commerciale dei tradizionali prodotti dolciari e della filiera ittica, mettendo in evidenza delle gravi violazioni che si sarebbero ripercosse sui consumatori, ignari della truffa messa in atto a loro danno.

Non dimentichiamoci che dietro il vero panettone c’è tanta storia. Se è vero che è stato Motta a distribuirlo a livello nazionale, rendendolo il dolce tipico di questo periodo in tutta la nostra Penisola, c’è chi affonda le sue radici nel Rinascimento.  Rendiamoci conto che chi  si macchia di simili reati calpesta  una storia e una maestria  che hanno reso questo prodotto dolciario il più amato dagli italiani.

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