SIGNORE TROVA UN SACCO IN STRADA, I POLIZIOTTI ARRIVANO QUELLO CHE TROVANO ALL’INTERNO È SCONVOLGENTE

Ci sono storie che arrivano dritte al cuore, che lasciano sgomenti,  senza parole. Siamo ormai alle soglie del 2023. Mancano davvero una manciata di giorni all’inizio del nuovo anno.

Ci si propone di essere più buoni ma, sistematicamente,  si cade nell’errore di essere, nella maggior parte dei casi, menefreghisti, crudeli, spietati. C’è bisogno di ritornare ai valori di una volta, quelli che si sono persi.

C’è bisogno di solidarietà, bontà, dolcezza, altruismo. Basta davvero poco per un mondo migliore, se solo ognuno di noi facesse qualcosa, nel suo piccolo, per renderlo tale.

Eppure, quasi ogni giorni, la cronaca nazionale ed estera ci porta in luce storie che non vorremmo mai leggere, di piccoli, innocenti vittime di gesti umani  davvero assurdi.

Solo due mesi fa, ad ottobre, Trapani venne sconvolta da un caso che, rapidamente, attraverso i canali informativi e i social, si espanse a macchia d’olio. Vediamo cosa accadde.

Capita di passeggiare lungo sentieri, di portare il cane a spasso, di voler staccare dalla frenesia della quotidianità, ritagliandosi un angolo di pace. Eppure, se si presta attenzione, si possono fare ritrovamenti sconvolgenti. Un uomo, stava camminando lungo una strada sterrata della campagna trapanese quando è rimasto colpito da dei vagiti. Facendo quasi fatica a metabolizzare cosa stesse accadendo, il signore, avvicinandosi ad un sacchetto di plastica, si è accorto che che provenivano proprio da lì.

Armatosi di coraggio, ha aperto quell’involucro, facendo una macabra scoperta: al suo interno c’era un neonato ancora vivo. Senza esitare un solo attimo, l’uomo ha chiamato immediatamente i carabinieri ed i sanitari del 118 che hanno trasportato d’urgenza il piccolo in ospedale, dove ha lottato tra la vita e la morte. Al momento del ritrovamento, nel sacchetto di plastica c’era anche la placenta, mentre il cordone ombelicale gli era stato tagliato.

Il sacchetto non era chiuso ma l’averlo abbandonato, come se fosse un rifiuto, in una zona così isolata, senza quel miracoloso passaggio del suo salvatore, non sarebbe sopravvissuto al freddo, al gelo, al buio della notte, col rischio delle aggressioni degli animali selvatici. Sono stati i medici dell‘ospedale di Trapani a dare un nome al neonato miracolato. Dato che il piccolo è stato ritrovato il 4 ottobre, giorno di San Francesco, lo hanno, per l’appunto, chiamato Francesco, con l’aggiunta di un secondo nome, Alberto, proprio come il carabiniere che lo ha preso per primo in braccio.

Sono storie che colpiscono ma che, al contempo, suscitando tanta rabbia, specie da parte di tutte quelle coppie che desidererebbero un figlio più di ogni cosa al mondo ma che non riescono a concepirlo o non possono. Potrebbero inondarlo d’amore, dargli tutto l’affetto possibile ma il destino non sta dando loro il regalo più prezioso che desiderano. I carabinieri, per ovvi motivi, stanno indagando, sperando di poter avere informazioni utili dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona del ritrovamento.

Alle soglie del 2023, molte donne non si recano in ospedale a partorire, preferendo abbandonare i loro figli appena nati, per paura di essere rintracciate o per paura di subire ritorsioni dai loro stessi familiari. Non dimentichiamoci delle culle fuori dagli ospedali, una “rivisitazione” delle ruote medievali degli esposti.  Il piccolo Carlo Alberto, che è fuori pericolo,  a breve potrà essere dichiarato adottabile.

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