Riceve uno stipendio da 225mila euro per errore: colf prende i soldi e scappa

A volte la realtà supera la fantasia, come nel caso della giovane colf fuggita dopo che le avevano accreditato per sbaglio uno stipendio da 225.285 euro. La 27enne, donna delle pulizie, è scappata in Bulgaria pur di non restituire il denaro, ma doveva approdare in un’aula di tribunale in Germania. Era attesa a Osnabrueck per partecipare all’udienza relativa al caso, ma di lei nessuna traccia: «Sembra che non abbia ricevuto la citazione in tempo», fa sapere un portavoce del tribunale.

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Il caso va avanti da oltre un anno. A giugno 2018, la donna ha ricevuto per errore uno stipendio da 225.285 euro al posto del consueto mensile da 340 euro. Il datore di lavoro, ovviamente, si è reso conto del disguido e ha chiesto alla dipendente di restituire il denaro. La ragazza, però, non ha risposto. Ha preso tempo e ha tentato anche di ricattare il datore di lavoro, che si è rivolto alle autorità. La donna, quindi, è già stata sanzionata con una multa da 1.200 euro. Continua dopo la foto

In attesa di fissare una nuova udienza, però, dal conto corrente della ragazza sono spariti circa 100.000 euro, evaporati attraverso una serie di operazioni difficilmente tracciabili. Ai fini della configurabilità del delitto di appropriazione indebita di una soma di denaro, secondo la legge italianam è necessario che l’agente violi, attraverso l’utilizzo personale, la specifica destinazione di scopo ad esso impressa dal proprietario al momento della consegna. Continua dopo la foto

Non essendo sufficiente il semplice inadempimento all’obbligo di restituire somme in qualunque forma ricevute. La mancata restituzione di una somma ricevuta per errore genera un obbligo di restituzione che, ove non adempiuto, integra però esclusivamente un inadempimento di natura civilistica. Nel 2012 si era verificata una storia simile di una signora monzese la cui colpa stava nel volere restituire (o meglio nel cercare disperatamente di restituire) ciò che non le spettava battendosi contro un muro di gomma della burocrazia italiana e dei tempi biblici dell’Istituto nazionale per la previdenza. Continua dopo la foto

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La somma, nel dettaglio, era di circa di 3000 euro. Cifra molto inferiore a quelli che la colf si è vistata recapitare sul suo conto al posto delle stipendio. Chissà come avrebbe reagito la signora davanti a una cifra del genere.

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