COMPLEANNO FINISCE IN TRAGEDIA, SOCCORRITORI SOTTO CHOC TRA LE FAMIGLIE E GLI AMICI 

La vita è davvero imprevedibile e, a volte, il destino è davvero spietato. Ce lo insegnano i fatti di cronaca, quelli che ci fanno rimanere senza parole, lasciandoci increduli, sgomenti.

Il destino colpisce inaspettatamente, portandosi via vite che, poco prima, stavano condividendo momenti di gioia, di spensieratezza o di semplice quotidianità. Incidenti che straziano il cuore, lasciando un dolore lacerante in chi rimane.

Perché chi ha amato davvero la vittima, non riuscirà mai a colmare il vuoto lasciato da un destino bastardo. Lo scorrere del tempo, in questi casi, non serve a nulla, se non ad accrescere la sofferenza.

Si vive di ricordi, di ciò che quella persona ha rappresentato per noi, di ciò “che siamo stati” e che “non potremo più essere”. Il tempo, in un certo senso, si ferma al giorno della tragedia.

Si vive in una sorta di bolla, in cui sono custoditi gelosamente vecchi scatti fotografici che immortalano momenti di felicità, viaggi, serate trascorse a parlare del più e del meno, a ridere a squarciagola.

Il destino è davvero crudele, a volte. Ne è un esempio quello che è accaduto ad un manager con la passione per Renato Zero, molto conosciuto nella sua città, Molfetta, per le sue tante esibizioni-tributo all’artista. Parlo di Antonio Andriani, che si era trasferito da diverso tempo a Trapani per lavoro. L’uomo è morto in una tragedia consumatasi proprio mentre stava facendo quello che più amava: cantare e ballare, nel giorno del suo quarantesimo compleanno.

Quella serata di festeggiamenti, in compagnia di amici e parenti, si è trasformata, di colpo, in tragedia. E’ accaduto in contrada Pegno, a Erice, in provincia di Trapani, dove Antonio aveva, da poco, preso in affitto una villetta. Stando alle prime informazioni raccolte, pare che l’uomo non si sia reso conto di ritrovarsi a ballare sulla copertura di un pozzo artesiano che, improvvisamente, si è spaccata, facendolo sprofondare per 25 metri. Una caduta fatale, perché Andriani è morto sul colpo, annegando.

Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri che hanno lavorato incessantemente, per molte ore, con l’intervento anche dei vigili del fuoco del gruppo speleologico fluviale, per recuperare la salma, dopo aver svuotato il pozzo. Quando il cadavere è stato recuperato, presentava una profonda ferita alla testa. Ovviamente su di esso, che si trova presso la camera mortuaria di Marsala, verrà effettuata l’autopsia, disposta dalla Procura di Trapani, che ha aperto un’indagine, al fine di accertare la causa del decesso.

La vittima, dopo essere diventato direttore commerciale della Biosalus di Bari, nel 2015, si era trasferito a Trapani, dove era il responsabile dell’azienda Biosalus cittadina, operando nel mercato della depurazione delle acque e dell’aria.  In una recente intervista a Molfetta Live, quindi nella città che gli aveva dato i natali, Antonio aveva dichiarato: “Ho sempre fatto tutto con le mie forze e non solo fisiche. Mi sono già tolto delle belle soddisfazioni: tre dirette su rete4 quando sono stato ospite del Festival di Napoli, una settimana su RAI2 per l’accademia della RAI, vanto già molte ospitate importanti come il concerto del primo Maggio. Ho fatto concerti un po’ in giro, tipo Napoli, Parma, Fiuggi”.

Un manager e artista fiero di sé stesso, che, con umiltà, ha aggiunto: “Ma naturalmente, è vero che devo dire bravo a me stesso, ma godo di uno staff veramente qualificato e quindi il merito è anche loro che sono sempre pazienti…e con me soprattutto prima dei concerti e delle esibizioni ci vuole tanta pazienza”. 

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