“NON SI PUÒ MORIRE PER UN BOCCONE DI SUSHI”. SI È SPENTO A SOLI 15 ANNI

Quello della morte di Luca Piscopo, 15enne di Soccavo, è rimasto un giallo per 6 lunghi mesi; mesi in cui le indagini sono andate avanti per cercare di ricostruire l’intera vicenda che ha portato al decesso del giovane, tra la disperazione dei genitori che, giustamente, affidandosi alla giustizia, hanno preteso di sapere tutta la verità attorno al decesso del loro adorato figlio.

A distanza di 90 giorni da quel maledetto 2 dicembre 2021, data in cui il cuore del ragazzo ha smesso di battere nel sonno, quella verità così tanto ricercata, è venuta a galla, anche se restano da chiarire ancora molte cose. 

LA RICOSTRUZIONE DELLA TRAGEDIA E GLI ESITI DELLE INDAGINI 

Luca Piscopo, il 23 novembre 2021, era andato a pranzo con delle amiche in un locale giapponese del Vomero, avvalendosi della formula “all you can eat”, molto in voga tra le comitive o se si è in tanti, perchè consente di poter mangiare di tutto ad un prezzo contenuto rispetto al menù alla carta, con la “pecca” di dover pagare quello che rimane non consumato, per evitare gli sprechi alimentari.

Poco dopo il pasto, Luca, assieme a diversi membri della comitiva, ha iniziato a star male, palesando i sintomi caratteristici di un’intossicazione alimentare, tra cui febbre alta, vomito e diarrea che gli sono durati circa una settimana. Il medico di base, all’epoca, gli prescrisse una terapia farmacologica. Sembrava stesse migliorando ma, improvvisamente, il 2 dicembre, quindi 9 giorni dopo il fatidico pranzo, il suo cuore si è fermato nel sonno. 

Nel corso del primo blitz dei carabinieri dei Nas all’interno del locale, che è di proprietà di un cittadino cinese, avvenuto il giorno seguente al decesso di Luca, erano stati sequestrati alimenti privi di tracciabilità e ritenuti in cattivo stato di conservazione e la stessa identica situazione è emersa nel corso del secondo sopralluogo. In attesa dell’autopsia sul corpo del giovane per capire cosa lo avesse portato alla morte, è stato disposto il sequestro preventivo del ristorante in cui il 15enne ha mangiato sushi. 

La Procura della Repubblica di Napoli, per vederci chiaro sulla vicenda, ha aperto un’inchiesta, con le indagini condotte dai pm D’Amodio e Landolfi e dall’aggiunto Di Monte, mentre la famiglia del povero Luca è stata assistita dall’avvocato Marianna Borrelli. Finalmente i tanto attesi risultati dell’esame autoptico, condotto dal medico legale nominato della procura dal Tribunale, sono arrivati. 

Il medico legale ha riscontrato una “tossinfezione alimentare da salmonella” e a portare al decesso sarebbe stata una “miocardite legata all’infezione”. Dopo mesi, sappiamo che il 15enne è stato colpito da una miocardite a genesi batterica, da salmonella, contratta a seguito di tossinfezione alimentare, che ne ha determinato la morte. Ovviamente ora spetterà al pm l’arduo compito di valutare tutti i dati raccolti, individuare possibili cause o concause che possono aver condotto il giovane alla morte e formulare, se lo riterrà opportuno, un capo di imputazione. 

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