Problemi di flatulenza? Gli alimenti capaci di risolverli

Sintomo gastro-intestinale, il meteorismo è caratterizzato dalla disagevole condizione di un eccessivo incremento dei gas all’interno del tubo digerente. Ma cosa provoca questo aumento gassoso e come contrastarlo? Abbiamo incontrato il professor Antonio Iannetti, gastroenterologo di Roma, per avere qualche consiglio.

Cos’è il meteorismo?
Il termine, che deriva dal greco meteoros = sollevare, stare in alto, per indicare un accumulo di gas, che, se non evacuato, risale nel tratto gastro-intestinale, è la sensazione costante e ricorrente di distensione dell’addome, non sempre associata a una distensione visibile, indotta dalla presenza eccessiva di azoto, ossigeno, idrogeno, monossido di carbonio e metano, che normalmente sono presenti nell’intestino in quantità tra i 100 e i 150 ml. I gas tendono ad andare verso l’alto, determinando una fastidiosa tensione addominale, mentre, se vengono emessi attraverso la flatulenza, si ha un sollievo dal sintomo. La quantità di gas all’interno dell’intestino, che solitamente varia da 100 a 200 ml, è regolata dal transito intestinale e dall’evacuazione del gas in eccesso. I gas entrano nell’organismo con la deglutizione, si producono con le reazioni biochimiche e con la fermentazione batterica intestinale e sono diffusi a partire dal sangue. Escono dall’organismo per assorbimento da parte della parete intestinale, per escrezione respiratoria, per sintesi batterica e per evacuazione dall’ano.

Da cosa può essere prodotta un’eccessiva produzione di gas?
Da un eccedente introito di fibre alimentari, in particolare la pectina, la cui riduzione si dimostra spesso benefica. L’eccesso di gas nell’intestino dipende anche dalla durata del transito: più è lento, più la produzione sarà importante e legata alla costipazione. L’intestino, tramite la peristalsi, mette in movimento, insieme al materiale fecale, i gas prodotti, in modo da evacuare l’eccesso di essi. Le cause possono essere di natura psicosomatica, legate a stati emotivi e rilascio di catecolamine o legate a un’ipersensibilità riflessa con un quadro di iperalgesia viscerale e dolore neuropatico. Possono esserci patologie anatomo-funzionali dell’intestino, come le malattie infiammatorie, oppure l’aerofagia è dovuta all’ingerimento dell’aria durante la deglutizione. La composizione alimentare inadeguata, come l’eccesso di fibra alimentare, di lattosio e di legumi, può determinare il problema. Le infezioni, le parassitosi o le tossinfezioni alimentari sono cause organiche. L’introduzione di componenti alimentari non completamente digeribili o irritanti per la mucosa intestinale (caffeina, alcol, lassativi osmotici) possono determinare la sindrome.

Quando è il caso di andare dal gastroenterologo?
Se è frequente e crea spasmi. Com’è regola nei disturbi funzionali, la diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile, con aerofagia e flatulenza, deve essere fatta solo dopo aver escluso possibili patologie organiche, che causano questo tipo di problema. Le patologie che determinano un gonfiore addominale, con senso di eccessiva tensione, per abnorme contenuto gassoso dello stomaco e/o dell’intestino, sono molteplici e possono essere: un attacco di appendicite, la calcolosi della colecisti, il cancro del colon, la cirrosi epatica, la colecistite, la colite infiammatoria, l’epatite, la presenza di fibromi uterini, la fibrosi cistica, la gastroenterite virale, le parassitosi intestinali, come la Giardiasi, l’intolleranza al lattosio, le intolleranze alimentari, un’occlusione intestinale, la peritonite, la Sprue tropicale, il tumore dell’ovaio, l’ulcera duodenale o gastrica.

Esistono delle terapie?
Sì, gli integratori, i fermenti lattici, cioè i batteri “buoni” del nostro microbiota, il decotto di semi di finocchio e/o di anice, le tisane di cumino, melissa e camomilla e il carbone vegetale, uno dei “farmaci naturali” più utilizzati in assoluto per trattare i sintomi dell’aerofagia e del meteorismo. In caso dei medicinali, efficaci saranno i farmaci che regolano la motilità e/o l’apporto integrativo di fibre morbide. Occorre comunque prima indagare la presenza di intolleranze alimentari, che personalmente verifico con la ricerca delle immunoglobuline anti-nutriente, metodologia che ha un’accettabile valenza scientifica, a differenza di altre in uso, che difettano di queste caratteristiche, almeno secondo i canoni della Medicina Ufficiale.

Qual è l’intolleranza più diffusa?
Quella al glutine, che si manifesta come patologia auto-immune, che il contatto dell’organismo malato con i componenti del glutine innesca. Patologia diversa è la Gluten Sensitivity, oggi molto indagata e forse sovra-stimata, che ha in comune con la celiachia l’avversità al glutine, ma non il meccanismo patogenetico immunitario. Tra le intolleranze merita menzione anche quella al lattosio, molto frequente nella popolazione adulta e anziana, perché provocata dalla mancanza dell’enzima lattasi, presente sull’orletto a spazzola degli enterociti. Questo fenomeno è fisiologico e inizia a partire dal periodo neonatale, in cui tale enzima è indispensabile per la digestione del latte materno. La mancanza del catabolismo del lattosio consente ai batteri intestinali di utilizzarlo per la loro fermentazione. La gravità dei sintomi dipende dalla concentrazione di lattasi intestinale e dalla quantità di lattosio introdotto.

Cosa è meglio evitare a tavola?
Nel caso in cui il meteorismo sia indotto dalla malattia celiaca o dall’intolleranza al lattosio, la dieta deve escludere qualsiasi alimento o contaminazione alimentare con la componente non tollerata. Nel caso in cui il paziente affetto da meteorismo non abbia ancora indagato, insieme con il suo gastroenterologo, le possibili cause etio-patogenetiche, è buona norma attuare una serie di strategie alimentari che possano determinare la riduzione della tensione addominale. Per prima cosa ridurre gli alimenti contenenti molecole irritanti per la mucosa intestinale, come gli alcolici, gli infusi del tè nero e del caffè, gli alimenti ricchi di scorie dure, come i legumi, da assumere eventualmente passati. Secondo: ridurre gli alimenti contenenti livelli eccessivi di additivi alimentari, nonché caffè decaffeinato, bevande gassate e dolcificate, fritti, prodotti dolciari industriali e alimenti conservati. Terzo: non consumare latte a temperature elevate, in quanto il lattosio, anche se ben tollerato, subisce una modificazione strutturale, convertendosi in lattulosio, che ha una forte azione osmotica. Evitare formaggi freschi e cibi grassi in genere, così come dolcificanti e prodotti che li contengono, come le gomme da masticare senza zucchero. Anche le fibre in eccesso, come detto, possono peggiorare il quadro, quindi non troppi cibi integrali e verdure crude.

Cosa prediligere?
Per mantenere una flora batterica intestinale efficiente utilizzare alimenti funzionali probiotici come lo yogurt può rivelarsi utile, ma l’efficacia è estremamente soggettiva. La frutta, ma lontano dai pasti, dal momento che favorisce la fermentazione. Le verdure, preferibilmente cotte. Meglio cucinare cereali e derivati semi-integrali o raffinati, per evitare un eccesso di scorie, e mangiare pesce, carni bianche e uova.

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