Meloni all’attacco del cashback: “Vogliamo abolire una stupidaggine che ci costa 5 miliardi di euro”

Giorgia Meloni liquida il cashback come una stupidaggine. E ribadisce la posizione di Fratelli d’Italia, nel corso di in un’intervista a La Stampa.  «Sul cashback – dice la leader di FdI – vediamo cosa accadrà la prossima settimana in aula sulla nostra mozione. Ci sarà un voto nel quale tutte le forze politiche si assumeranno la responsabilità di dire se vogliono tenere 5 miliardi sulla stupidaggine del cashback oppure vogliono girare quelle risorse sui ristori. Confido che l’intero Parlamento, o quasi, voti con noi una cosa di buon senso».

“Il Copasir deve andare a FdI, le regole sono chiare”

Quindi sul Copasir, in un momento delicatissimo nei rapporti con la Russia, Meloni ribadisce.  «È intollerabile che il Copasir non si riunisca e si cerchi di bypassare le regole. Non ci sono dubbi che il Copasir spetti all’opposizione e non è una questione di poltrone. Questo diventa un precedente pericolosissimo. Il problema che oggi è mio, domani è di tutti». «Questo è un problema che riguarda le più alte cariche – spiega la leader di FdI – come abbiamo sempre segnalato, anche il Capo dello Stato. I presidenti delle Camere farebbero poi una figura peggiore se si comportassero in maniera pilatesca. La legge è molto chiara».

Meloni ricorda le parole di Mattarella

“Sul caso Biot Draghi deve riferire in Parlamento?”, le chiede il giornalista Amedeo La Mattina. «Sì – risponde Meloni – perché su una vicenda che riguarda la sicurezza nazionale e la difesa dei nostri interessi serve chiarezza. E FdI ha già inviato la richiesta di informativa urgente ai presidenti delle Camere ma non abbiamo ricevuto risposte».

“Il problema di Draghi è che asseconda Speranza”

Meloni nell’intervista a tutto campo a La Stampa fa il punto anche sul governo Draghi. E la bocciatura è inevitabile.« Il governo non è in grado di fare le cose necessarie per consentire la riapertura. Il problema, più che Speranza, è Draghi che lo asseconda. Speranza è un ministro ma il premier si chiama Mario Draghi e ha l’autorevolezza per imporsi. Invece il premier asseconda molto le posizioni di Speranza, del Pd, del Movimento 5 Stelle, in totale continuità con Conte».

Meloni: “Ora capite perché non sono andata al governo?”

«Le chiusure di certe attività in assenza di provvedimenti che consentirebbero in modo più efficace di combattere la pandemia, sono un pannicello caldo – aggiunge la leader di Fdi – È un anno che chiudiamo le palestre, i ristoranti, i bar, i teatri, le piscine, le scuole di danza, ma il virus continua a circolare: è inutile chiudere queste attività senza risolvere il problema dell’affollamento dei mezzi pubblici».

«Il problema del centrodestra, che si sta battendo per cercare di fare del suo meglio, io l’ho sempre segnalato ed è una delle ragioni per le quali non sono andata al governo. Il Parlamento decide e i numeri ce li ha la sinistra. Finché non si va a votare e non c’è un nuovo Parlamento purtroppo comanderanno sempre gli altri».

“Dadone all’antidroga? Draghi non può fare certe scelte”

La delega alle politiche anti-droga affidata alla grillina Dadone? Sarebbe stato meglio darla almeno una persona che non si fosse esposta in maniera così chiara su questo tema. Io avrei preferito uno che dicesse che la droga fa male, punto. Non vuoi fare questo? Allora almeno mettici una figura più neutrale, non un paladino delle droghe leggere e questo anche per il bene del governo: in questa fase Draghi dovrebbe evitare i temi sensibili e divisivi». E la Meloni cita a questo proposito Mattarella. «Il presidente della Repubblica ha detto che bisognava sostenere un governo senza connotazioni politiche. Su questi temi serve un mandato popolare», aggiunge la leader di Fdi.

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