Buttafuoco: “Passeremo dai virologi ai medici dei pazzi. Rispettare regole cretine è complicato”


Ogni volta che Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore, è ospite in studio di qualche talk-show politico tiriamo un sospiro di sollievo. Non sarà il solito intellettuale dispensatore di paure e di “pandemicamente corretto” , come lo definisce lui. Lo conferma ancor più nell’ampia intervista sulla Verità oggi in edicola. Ci chiudono fino a Pasquetta, i virologi seminano incertezza, aleggia il fantasma  di un lockdown totale a un anno dall’esplosione dell’emergenza. Ce n’è abbastanza per passare, tra un po’, “dai virologi al medico dei matti”….Un’iperbole? Mica tanto.

Buttafuoco: “La democrazia ha fallito”

Buttafuoco incalzato da Federico Novella fa un bilancio realistico. Inizia con un paradosso « Nonostante l’umanità abbia già attraversato fasi spaventose legate alle epidemie, stavolta ci troviamo in una condizione nuova, che mette a nudo il dio che ha fallito, cioè la democrazia». Si spiega:  «Di fatto, il nostro orizzonte è ancora dominato dal lockdown. E questo mentre in Oriente, di là della muraglia di Gog e Magog, sono liberi. E persino vaccinati». Insomma, noi stiamo annaspando. Stiamo vivendo (o sopravvivendo) senza una prospettiva. Gli altri voltano pagina. Prova ne è che in molti scenari di guerra del passato “persino sotto le bombe, la gente continuava ad andare nei ristoranti, nei cinema, nei teatri. E questo vale per tutte le tragedie che ci siamo lasciati alle spalle. Anche nel momento più buio, le persone continuavano violentemente a vivere».

“Chiudere i teatri è stato insensato”

«Persino dopo i terremoti più devastanti – prosegue Buttafuoco-  le case d’appuntamento continuavano a lavorare. C’era un istinto erotico di sopravvivenza». Dunque per non condannarci all’estinzione «dobbiamo ricominciare, facendo sprigionare la vita. Anche con un minimo di buon senso». Lo scrittore ed editorialista fa capire che “seguire regole cretine” non è salutare. Buon senso docet. “Che senso ha chiudere i teatri, dove non andava nessuno neanche prima? Non sia mai che gli italiani colgano l’occasione per scoprire parte del loro patrimonio». i teatri riapriranno in zona gialla, speriamo si prosegua col buonsenso. Parola spesso buttata alle ortiche «L’unica immagine che ereditiamo dal passato, ahinoi, è quella dell’untore di manzoniana memoria. L’istinto totalitario, il pensiero unico, il meccanismo che stritola qualsiasi spiraglio di spirito critico, si è avventato su di noi. Sta massacrando chiunque accampi un’ipotesi alternativa rispetto al dettato unico».

Buttafuoco: “I virologi ti scavano nella psiche…”

Il dettato unico è il credo di chi non osa neanche più criticare il virologo di turno. Fateci caso, ti fanno passare per negazionista, ti guardano come un insetto. «Se solo domandi di capire le cose, vieni ridicolizzato o criminalizzato». Cautela, prudenza non fanno rima col fatt oche  una serie di norme contraddittorie ci vengano propinate al fine di scatenare un impazzimento generale. Ci siamo andati molto vicino a furia di seguire Dpcm. Buttafuoco non è certo uno che invita alla ribellione, per questo le sue parole sono un toccasana. «Obbedisco socraticamente, come tutti, anche alle leggi ingiuste. Però rispettare regole cretine è complicato, perché ti scavano nella psiche. Il vero dramma è che quando tutto finirà, passeremo direttamente dai virologi ai medici dei pazzi. E non vi sarà vaccino per guarirci da ciò che nel frattempo saremo diventati».

Intellettuali moralisti

Sa bene che occorre vaccinarsi presto, che le varianti picchiano. Quello che Buttafuoco si sgola in ogni contesto per far capire è che è l’approccio mentale alla pandemia che va cambiato.  «Qui nessuno nega niente. Anche il mio paese, Agira, è stato zona rossa. Ma il punto è che il mezzo deve essere adeguato al fine. Ribadisco, non possiamo rinunciare alla vita per paura della morte». C’è troppa “retorica del pandemicamente corretto” in giro che non è bilanciato da una adeguata cultura della vita. E purtroppo, dice Buttafuoco, certi intellettuali si stanno facendo portavoce di tale retorica. «Anziché rigenerare il senso plurale della vita, sono diventati bacchettoni, gendarmi del sentimento autoconsolatorio. Sono intellettuali prestati al moralismo, tutti a suonare l’allarme del “troppa gente in giro”. Molti di loro sono complici della devastazione del comparto fondamentale della cultura». «Resto convinto – conclude Buttafuoco- che questo sovraccarico di spavento peggiori le cose, annientando gli anticorpi del buonumore».

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