5Stelle da barzelletta. La sapete l’ultima di Di Maio? «Noi grillini siamo moderati e liberali»

La sapete l’ultima? È su Repubblica e l’ha raccontata Luigi Di Maio. Riguarda il suo M5S, che ha definito «una forza moderata e liberale» senza che l’intervistatrice, Annalisa Cuzzocrea, si sganasciasse dalle risate. Che cosa abbiano fatto i seguaci di Croce, Einaudi e Malagodi al capo dei grillini per diventare oggetto delle sue barzellette è un mistero. Vero è che Di Maio è la Virna Lisi della politica e ormai con quella bocca «può dire quel che vuole», ma a tutto c’è un limite. Un tempo, quando la politica era ancora una cosa seria, erano i congressi ad annunciare le svolte. Giornate e nottate passate a stilare mozioni e ordini del giorno con l’occhio vigile persino su virgole e parentesi.

Così Di Maio a Repubblica

Oggi è tutto a portata di intervista e di comparsata televisiva. E così va già di lusso. Già, perché c’è anche chi la svolta l’affida ad un post o ai 140 caratteri di Twitter, stando in piedi o appoggiato ad una scrivania. Una svoltina più che altro. Arte in cui Di Maio eccelle come pochi. Oggi è liberale, ma non è da escludere che domani possa rivendicare vicinanza al Psiup (acronimo di Partito scomparso in un pomeriggio) per rinsaldare l’asse con Pd e Leu. E dopodomani, chissà, riannodare la liaison con la Lega, estenderla a FdI per poi imbracare – perché no? – i monarchici nostalgici del Pdium. Del resto, non fu Di Maio a saltare nel giro di qualche settimana dalla foto con il capo degli oltranzisti dei Gilet Gialli francesi al voto per Ursula von Der Leyen?

MoVimento non più credibile

Fosse vissuto al tempo di Ovidio, il grande scrittore latino ne avrebbe tratto ispirazioni per una delle sue Metamorfosi. Più modestamente, questa natura fifty fifty ora liberale e ora grillina, a noi ricorda solo Gasperino er carbonaro, l’ubriacone sosia del Marchese del Grillo che l’aristocratico buontempone aveva portato a palazzo al suo posto per divertirsi alle spalle dei parenti. Sconcerto, incredulità e persino un esorcismo pur di liberare l’anima del marchese. Ma l’arciprete dovette arrendersi quando a tavola l’ignaro Gasperino dichiarò finito il lauto pranzo con un sonoro rutto. E, sconsolato, commentò: «Anima carbonari». Ecco, noi attendiamo fiduciosi il prossimo rutto “liberale” Di Maio, anima grillini.

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