Il curioso caso di John Sullivan. Infiltrato anarchico e Blm nell’assedio al Campidoglio

John Sullivan, militante anti-Trump ed attivista di Black Lives Matter, originario dello Utah, è stato arrestato per aver partecipato ed incitato alla violenza durante i disordini del 6 gennaio a Capitol Hill. Per la precisione è accusato dal Dipartimento di Giustizia degli Usa di essere entrato e rimasto consapevolmente in un edificio soggetto a restrizioni senza autorizzazione legale, di essere entrato in modo violento e di condotta disordinata nel Campidoglio. E di aver interferito con le forze dell’ordine impegnate nello svolgimento legale dei loro doveri ufficiali durante la commissione di disordini civili.

John Sullivan indossava un giubbotto antiproiettile e incitava i manifestanti

Sullivan, infatti, ha praticamente filmato tutte le fasi dell’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio, prendendovi parte attivamente. In un’ora e mezzo di filmato pubblicato sul suo profilo Twitter con il nome di Jayden X, si può vedere Sullivan, che indossava un giubbotto antiproiettile, riprendere e al contempo incitare i manifestanti pro Trump ad entrare al Congresso, aiutandoli anche ad arrampicarsi sulle mura del Campidoglio. Nel corso del video girato con un semplice telefonino ed uno stabilizzatore, si può sentire Sullivan urlare: “Stiamo per bruciare questa merda”, “dobbiamo cacciare Trump dall’ufficio…non stiamo aspettando le prossime elezioni … stiamo per andare a prenderlo”, a dimostrazione dei sentimenti pro caos e dell’odio nei confronti del presidente americano provati dall’attivista Blm. Sullivan, che si autoproclama anche giornalista, è riuscito tra l’altro a filmare il momento dell’uccisione della militante pro Trump, Ashli Babbitt, da parte di un poliziotto all’interno del Campidoglio. Prima di essere arrestato ieri, era già stato fermato dall’Fbi il giorno successivo ai fatti del 6 gennaio per essere interrogato su quanto avvenuto e consegnare l’intero filmato della giornata.

Perché è stato invitato dalla Cnn?

La sera stessa dell’assedio di Capitol Hill, Sullivan è stato ospite del noto anchorman del canale all news progressista Cnn, Anderson Cooper, all’interno del suo programma Anderson Cooper 360° proprio per commentare i momenti dell’assedio e dell’esecuzione della Babbitt. Sullivan, descritto dal conduttore come giornalista e attivista di sinistra, viene intervistato in collegamento insieme a Jade Sacker, fotoreporter che vanta collaborazioni con Foreign Policy ed Huffington Post.

Sacker ha accompagnato Sullivan durante tutte le fasi dell’assedio a Capitol Hill in quanto sta girando un documentario proprio sull’attivista Blm e su suo fratello, James Sullivan, che invece è un convinto sostenitore di Trump. Quest’ultimo, membro del gruppo alt-right Civilized Awakening, ha commentato via social con un “Bye Bye John” l’arresto del fratello. Ascoltato dal sito di giornalismo investigativo thegrayzone.com, James Sullivan commenta così il comportamento del fratello John alle manifestazioni dei Blm: “Quello che fa è creare isteria, e registra questi video fasulli, quindi è per questo che è stato espulso dal movimento [nello Utah]”ha detto James Sullivan. “L’hanno buttato fuori perché voleva istigare la violenza al punto che le persone sarebbero state arrestate. Per poi ottenere visualizzazioni su Facebook o YouTube … Lo fa per attirare l’attenzione”.

Espulso dai Blm dello Utah

Infatti, sempre a quanto riportato da The Gray Zone, Sullivan sarebbe stato isolato dal movimento Blm dello Utah perché inciterebbe alle violenze senza poi prenderne parte, mettendo a rischio i membri del movimento pro neri, sostenuto dal Partito Democratico americano. Sullivan è inoltre fondatore del gruppo antipolizia Insurgence Usa che conta un discreto seguito nello Utah. Stando a quanto riportato sul suo sito, Insurgece Usa “è stata avviata nel 2020 in risposta alla tragedia di George Floyd. La mancanza di attenzione per la vita umana era inaccettabile, quindi abbiamo deciso di porre fine alla brutalità della polizia. Abbiamo quindi deciso di potenziare ed edificare le voci nere e indigene. Vogliamo costruire poteri locali per consentire alla comunità di intervenire nella violenza messa in atto dai vigilantes statali e governativi. La nostra missione è l’unificazione della nostra nazione perché un popolo unito non sarà mai diviso”.

John Sullivan era già stato arrestato a luglio 2020 per aver provocato disordini e una sparatoria durante una manifestazione contro la violenza della polizia da lui organizzata nella cittadina di Provo, sempre nello Utah. Il ritratto che emerge dalla sua biografia (prima di darsi all’attivismo era un pattinatore olimpionico) è quella di un estremista di sinistra, sicuramente anarchico, amante della violenza contro le autorità preposte, dalla polizia al presidente. “Non sto dicendo che sono Antifa, in alcun modo. Ma credo decisamente in Black Lives Matter “, ha dichiarato intervistato da Rolling Stone.

John Sullivan: un informatore della polizia?

L’estromissione dai movimenti Blm dello Utah è dovuta al fatto che tra le loro fila si pensasse che fosse un informatore della polizia in quanto Sullivan pur essendo fermato più volte nel corso dei mesi, è sempre stato rilasciato poco dopo. Oltre che per essere figlio adottivo di un ex generale dell’aeronautica militare. In virtù di queste supposizioni molti esponenti di sinistra e progressisti americani in queste ore su Twitter e sui diversi media cercano di dissociarsi dagli atti di Sullivan, in quanto questi sarebbe non organico ai loro movimenti. Se pure fosse così – il che sarebbe paradossale data la rilevanza mediatica del soggetto sentito dai principali media statunitensi come CnnAbc, o la rivista Rolling Stone – siamo di fronte comunque al profilo di un lupo solitario con idee radicali afferibili ai contesti più fanatici dei movimenti progressisti della sinistra americana.

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