Sos per barcone alla deriva. Militari picchiati da migranti

Un gommone con 120 migranti a bordo, di cui 24 minori è stato avvistato ieri verso le 22 dal velivolo Moonbird di Sea Watch al largo della Libia.

Il gommone, probabilmente in mare da oltre 12 ore, «si sta sgonfiando» ha aggiunto la ong, mentre Alarm Phone fa sapere che nessuno dei migranti ha un giubbotto di salvataggio. «Un gommone così sovraffollato può crollare in qualsiasi momento. Europa, mobilita tutti i beni di salvataggio disponibili prima che sia troppo tardi!», l’allarme lanciato sulla pagina facebook.

Alla stessa ora in Sicilia due tunisini sono stati arrestati per resistenza a pubblico ufficiale e tre carabinieri sono rimasti feriti in un tentativo di fuga dal centro di accoglienza per migranti «Casa dei gabbiani» ad Agrigento. Lo stesso centro dove, nelle scorse settimane, un poliziotto è finito sotto inchiesta dopo essere stato immortalato in un video mentre costringeva due tunisini a schiaffeggiarsi a vicenda, come «punizione» per essere fuggiti. I tre militari, che hanno cercato di impedire la fuga di due migranti, sono stati colpiti dai tunisini che, subito dopo, sono stati arrestati. I carabinieri sono finiti al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento dove i medici hanno diagnosticato loro ferite e contusioni guaribili dai 7 ai 10 giorni.

I casi di migranti positivi giunti sulle nostre coste ha creato fibrillazione ovunque, a fronte dell’allarme dell’Oms per l’espandersi della pandemia Covid 19 in Africa. La gente ha paura ed è arrabbiata, perché si sente impotente dinanzi alla politica di accoglienza a tutti i costi confermata dal governo. Ai casi già accertati di migranti positivi al Covid19, se ne aggiungono altri 36 in Basilicata, dove già ne erano stati individuati 3. Sono migranti arrivati dalla Sicilia. A fare salire la tensione alle stelle sono anche le notizie di fuga di migranti, molti ancora in quarantena. La speranza per gli italiani è sempre l’ultima a morire, ma intanto campa cavallo e gli sbarchi proseguono. Anche ieri sono sbarcati nel sud Sardegna 19 algerini che sono stati destinati al centro di Monastir per la quarantena e a Lampedusa sono arrivati 179 tunisini: 102 all’alba a bordo di 6 barchini che sono stati raggiunti dalle nostre forze e fatti sbarcare al molo, e poi altri 4 natanti con 71 tunisini. L’hotspot dell’isola è nuovamente stracolmo con quasi 300 ospiti, in barba alle rassicurazioni del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che aveva garantito che «sulla base di una programmazione progressivamente aggiornata» si sarebbe provveduto allo svuotamento dell’hotspot. È un’utopia se non si decide di intervenire in maniera incisiva sul fenomeno migratorio, a meno che il numero uno del Viminale non si riferisse ai trasferimenti di migranti su terraferma per garantire il turnover nell’hotspot dell’isola.

La pandemia accelera dunque in Africa e l’Oms lancia l’allarme. «Sono molto preoccupato per il fatto che cominciamo a vedere un’accelerazione della malattia in Africa – ha dichiarato Michael Ryan, direttore esecutivo del programma per le emergenze sanitarie dell’Oms – Dobbiamo prenderla tutti sul serio e mostrare solidarietà» ai 47 Paesi africani nei quali, secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie del continente, si sono registrati 736.288 contagi, di cui 391.898 con ricovero e 15.418 decessi.

Intanto la guerra dichiarata dal sindaco di Messina Cateno De Luca al Viminale entra nel vivo con l’annullamento da parte del prefetto Maria Carmela Librizzi dell’ordinanza di chiusura dell’hotspot, che il sindaco aveva emanato dopo la fuga di 24 migranti.

il giornale.it

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