Coprifuoco anti virus, scontri a Belgrado. L’Ue teme i focolai dei Balcani e dell’Est

La paura ora soffia dall’Est. Dai Balcani. Qui i casi sembrano essere sfuggiti di mano. Altro che focolai, i casi si sono bruscamente moltiplicati.

Eppure, a dimostrazione che la situazione è fuori controllo, il Presidente della Serbia Alekxander Vucic ha pensato bene di fare marcia indietro sulle nuove misure di confinamento anticipate per il fine settimana. Troppe proteste di fronte al Parlamento che a Belgrado si sono trasformate in violenti scontri quando alcuni dei manifestanti hanno fatto irruzione nel palazzo. Il lockdown poteva essere una misura saggia. E invece la politica ha preferito soprassedere. Per fare fronte all’aumento dei contagi di covid, Vucic imporrà altre misure che annuncerà. Gli oppositori l’hanno accusato di aver allentato in precedenza le restrizioni in vista delle elezioni del 21 giugno, per ragioni elettorali. Motivando il dietrofront, Vucic ha detto che il nuovo lockdown non potrebbe essere applicato senza dichiarare lo stato d’emergenza nazionale. «Pensavo che fosse necessario un coprifuoco per fare fronte alla situazione e che un bando ai movimenti e ai contatti fosse l’unica strada per la ripresa», ha dichiarato in un discorso trasmesso in televisione. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 357 nuovi contagi e 11 decessi.

In mezzo ci sono stati comizi elettorali, festeggiamenti per la fine del Ramadan, assembramenti. Nelle settimane che hanno preceduto le elezioni politiche la vita in Serbia andava avanti come se il coronavirus non ci fosse più. L’impennata di nuovi casi di coronavirus ha coinciso con la campagna elettorale per le elezioni politiche. E prima del trionfo del Partito progressista serbo sono stati organizzati numerosi comizi elettorali e concerti. Inoltre, la Serbia è il primo paese dove, nel bel mezzo della pandemia, si è tenuta una partita di calcio con 16mila tifosi senza alcuna misura di protezione e a sud-ovest della Serbia, dove vivono molti di fede islamica, una prima impennata si è verificata dopo la festa di fine Ramadan il 24 maggio. L’Olanda ha deciso di richiudere i confini agli arrivi da Serbia e Montenegro a causa del rapido aumento dei casis di coronavirus nei due Paesi balcanici. Allo stesso modo, ai viaggiatori olandesi è stato consigliato di evitarli. Anche l’Austria ha emesso avvisi di viaggio nei confronti di Bulgaria, Romania e Moldovia.

Intanto dal Brasile il presidente positivo al Covid Bolsonaro scrive: «A coloro che tifano contro l’idrossiclorochina, ma non presentano alternative, mi dispiace informarvi che sto molto bene con il suo uso e, con la grazia di Dio, vivrò per molto tempo a venire». A spaventare ancora gli Usa: ieri nuovo record di contagi, e l’ufficialità di una decisione già presa dall’amminstrazione Trump: gli Stati Uniti lasciano l’Oms. L’uscita sarà operativa dal luglio 2021.

il giornale.it

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