La trovata: vuoi auto elettrica? Devi dichiararti antifascista

Uno dei requisiti stabiliti dal comune di Milano per ottenere gli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici è quello di presentare una dichiarazione nella quale si dice di essere un antifascista.

Si tratta di un presupposto inserito dal Palazzo Marino circa due anni fa: nell’aprile del 2018, infatti, la giunta di Beppe Sala firmò una delibera nella quale stabiliva che chi non sottoscrive una dichiarazione di rispetto dei valori della Costituzione repubblicana e antifascista non può ottenere l’utilizzo di luoghi pubblici, sale e spazi di proprietà Comune di Milano, né patrocini o contributi di alcuna tipologia. E all’epoca non mancarono le polemiche per la forzatura della giunta di centrosinistra, dal momento che sotto questo aspetto la Costituzione italiana è già abbastanza chiara.

Ora la dichiarazione è conditio sine qua non per avere le agevolazioni fiscali per l’acquisto dei veicoli green. E così andando sul sito del comune meneghino, nel “Bando per la concessione di contributi, destinati ai residenti a Milano maggiorenni per l’acquisto di veicoli a minore impatto ambientale e mezzi di mobilità non alimentati con motore endotermico”, nel paragrafo dedicato alla platea di potenziali beneficiari e per l’esattezza a quei soggetti che non possono presentare la domanda per il bonus, si legge: “I beneficiari con riferimento ad erogazioni di contributi devono aver presentato, in conformità a quanto richiesto dalla deliberazione di Giunta Comunale n. 651 del 13/4/2018, la dichiarazione di rispetto dei principi, delle norme e dei valori della Costituzione italiana, repubblicana e antifascista”.Il certificato antifascista per avere spazi pubblici: “Così puniscono le idee”

Qualche pagina più sotto – relativamente alle modalità e ai termini per l’ottenimento del contributo – il concetto viene ribadito: “Dichiarazione in conformità a quanto richiesto dalla deliberazione di Giunta Comunale n. 651 del 13.4.2018, di rispettare i principi, le norme e i valori della Costituzione italiana, repubblicana e antifascista”. Repetita iuvant, appunto. Senza dichiarazione, insomma, la domanda decade e si può dire addio all’agevolazione.

“Chi vuole ricevere un contributo da parte del Comune per l’acquisto di veicoli a basso impatto ambientale deve compilare e presentare l’apposita dichiarazione antifascista introdotta dalla giunta due anni fa”, l’affondo congiunto di Silvia Sardone Gianmarco Senna, rispettivamente europarlamentare e consigliere regionale della Lega, che puntano il dito contro la forzatura ideologica: “Non solo i compagni fanno la guerra alle classiche automobili mossi dal finto-ambientalismo, ma addirittura ci infilano una forzatura ideologica che non fa altro che ripetere quanto già previsto dalla nostra costituzione, solo per strizzare l’occhio a quella galassia di antifascismo militante che comprende l’ala più dura e oltranzista della sinistra, vedi i violenti centri sociali e dei collettivi”.

“Ricordiamo al sindaco Sala che di recente il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione che condanna i crimini e le violazioni dei diritti umani di tutti i regimi totalitari, compreso il comunismo a cui qualche esponente della giunta e della maggioranza milanese guarda ancora con favore nonostante i milioni di morti sulla coscienza”, proseguono i due esponenti del Carroccio, che poi sfidano Sala e la sua giunta: “Perché all’interno del modulo da compilare non si aggiunge il rifiuto ai ‘valori’ del comunismo come condizione per aver diritto a spazi comunali o a partecipare a questo bando ecologico? Se si vogliono combattere le discriminazioni bisogna farlo davvero, senza tutelare nessuna parte politica”.

il giornale.it

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