C’è la censura dietro la voglia di verità di Stato

La verità, vi prego, sul coronavirus. Ammesso che qualcuno davvero la conosca. Cosa sappiamo di lui? Ancora non abbastanza.

Si muove velocemente. Il contagio avviene prima che i sintomi siano evidenti e questo è un cavolo di problema perché è difficile riconoscerlo. Non bussa e non ti avvisa. Non abbiamo capito da dove sia spuntato e come è avvenuto lo spillover, cioè il salto, il travaso dal pipistrello all’uomo. Non si sa se e come torna e quanto può mutare. Il Sars-cov 2 resta per lo più uno sconosciuto. Eppure i «chierici» sono convinti che ci sia una verità al di là di ogni ragionevole dubbio. Urlano: lo dice la scienza. E urlando la rinnegano, perché la scienza non è il libro dei libri, non è la Bibbia, non ristagna in certezze assolute. È ricerca. È tentativi ed errori. È problemi da risolvere e si nutre di dubbi.

Chi sono invece i «chierici»? Sono quelli convinti che ci sia una verità rivelata, una verità di Stato, una verità ufficiale. Basta metterla nero su bianco su un comma, di un paragrafo, di una norma, all’interno di un codice. Non hanno mai fatto i conti, tanto per dire, con David Hume e continuano a confondere essere con dover essere. Teoria scientifica e prescrizione morale. È per questo che per combattere le bufale invocano la censura. Non il sapere, non la conoscenza, non l’intelligenza o il buon senso, ma commissioni, comitati, vigilanti, sacerdoti e ministeri della verità. Il guaio è che per combattere le bufale fanno di peggio. Ti dicono che spetta a loro giudicare il vero e il falso. Come? Per sentito dire. La verità rischia cosi di essere l’opinione più diffusa, quella condivisa, quella con il maggior numero di mi piace. È con questa logica che un tempo condannarono Galileo. La differenza è che i «chierici» adesso non stanno più nella Chiesa. Fanno parte della religione dei buoni. I buoni chiaramente sono loro.

L’ossessione di questi tempi di quarantena è appunto il virus. Si sono messi in testa che il contagio sia colpa delle false notizie. È l’informazione il monatto. La gente è stupida, ingenua e ignorante e i «chierici» devono indicare la rotta, cosa fare, cosa non fare, in cosa credere e cosa abiurare. È per questo che ieri il Parlamento europeo, seguendo il mal di pancia dei «chierici» e assecondandoli nelle loro litanie, ha inserito nella risoluzione su come salvarsi dalla miseria un ultimo predicozzo, in due mosse. La prima: un canale di informazione europea di notizie accurate e verificate. Una sorta di Pravda tv. La seconda: adottare misure preventive sui social network per «fermare la disinformazione e i discorsi di odio legati al coronavirus». Per i cretini basterebbe applicare le leggi che già ci sono.

il giornale.it

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