La fase 2 scaglionata per Regioni: ecco il calendario per riaprire l’Italia

Un calendario specifico per la riapertura graduale dell’Italia: questa la stada al vaglio del governo, che si prepara a inaugurare la fase 2 nell’ambito dell’emergenza Coronavirus.

La convivenza con il Covid-19 è una sfida che non si può assolutamente sbagliare poiché si rischierebbe di tornare da capo, perciò servono cautela e prevenzione. Il giorno chiave potrebbe essere lunedì 4 maggio: si spera di ottenere il via libera a una circolazione più libera – ma ovviamente sempre con rigidi limiti – vietando assembramenti e rispettando la distanza di un metro tra le persone. Nella giornata di domani, venerdì 10 aprile, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte potrebbe firmare il nuovo decreto per prolungare i divieti di spostamento e forse autorizzare la ripresa di alcune imprese dopo le vacanze pasquali.

E i timori sono proprio incentrati in questa settimana: la leggera discesa della curva del contagio potrebbe generare un senso di maggiore tranquillità nelle persone, che potrebbero organizzare gite fuori porta o programmare una fuga verso le seconde case. Perciò l’intenzione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese è di predisporre controlli più rigidi, rigorosi e mirati anche sulle spiagge e nelle aree verdi: il Viminale potrebbe stilare un piano dettagliato per pattugliamenti serrati e posti di blocco.

Le 3 date chiave

Le tappe fondamentali per il ritorno alla normalità sono 3: la prima è lunedì 13 aprile, quando scadrà il Dpcm relativo alle misure di contenimento del virus. Nei giorni successivi potrebbe arrivare l’ok alla riapertura di alcune imprese: i segretari di Cgil, Cisl e Uil chiedono al premier un incontro per valutare insieme una strategia precisa. Nelle riunioni che si sono tenute nelle ultime ore si è parlato di librerie, cartolerie, pasticcerie, imprese di supporto alla filiera alimentare e farmaceutica, aziende meccaniche e negozi che vendono prodotti per il tempo libero o forniture per gli uffici. Ristoranti e tavole calde resteranno chiusi ma potrebbero garantire il servizio di consegna dei piatti nelle case.

Il lockdown in Spagna terminerà il 26 aprile, ma in Italia la guardia resta alta: Conte ha ripetuto più volte che il nostro Paese “non può rimanere esposto a un eventuale contagio di ritorno”, considerando soprattutto l’immane sforzo che i cittadini stanno mettendo in atto. A invocare la calma anche il Comitato tecnico-scientifico, che ha chiesto di “non attenuare le misure restrittive, non si deve abbassare il livello di guardia e bisogna continuare ad operare con lo stesso rigore”. Sulla stessa linea Roberto Speranza, ministro della Salute: “Siamo ancora nel pieno dell’emergenza, occorrono cautela e gradualità per non vanificare i grandi sacrifici fatti finora”.

La vera fase 2 potrebbe partire il 4 maggio, ma bisognerà continuare a rispettare le regole specialmente fino a quando l’indice R0 non sarà prossimo alle zero. Come riportato dal Corriere della Sera, la riapertura di altre aziende dovrebbero essere pianificate con le Regioni a seconda dei diversi indici di contagio. Tuttavia le decisioni finali spetteranno sempre all’esecutivo: il presidente del Consiglio avrebbe già insediato un gruppo composto da sociologi, psicologi e manager dell’organizzazione del lavoro. Bisognerà privilegiare lo smart working, ma per chi deve comunque recarsi in ufficio dovranno essere previsti turni alternati, divisi per orario o per fasce giornaliere. L’ingresso nei negozi e nelle farmacie dovrà avvenire in maniera scaglionata.

Lunedì 18 maggio potrebbe invece esserci qualche allentamento per i cittadini: il governo potrebbe concedere la possibilità a qualche Regione (tenendo conto della situazione dei contagi) di eliminare alcune limitazioni sulle passeggiate e potrebbe essere rivisto l’obbligo di restare nel proprio Comune. Luoghi di sport, di svago e ad alta concentrazione sociale restano in fondo alla lista poiché risulta difficile impedire il contatto tra le varie persone e dunque la diffusione del Coronavirus potrebbe essere molto facile. L’Italia a breve potrà ripartire, ma l’ombra di una seconda ondata è sempre presente.

il giornale.it

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