Ora Conte non esclude il Mes: per l’Italia è pronta la trappola

In Europa la resa dei conti tra il cosiddetto gruppo dei Paesi nordici e il fronte degli anti rigoristi, di cui fa parte anche l’Italia di Giuseppe Conte, è sempre più vicino.

Oggetto della contesa: quale strumento utilizzare per puntellare una crisi economica che si preannuncia durissima. Il premier Conte è uno dei nove leader europei che ha chiesto a gran voce l’adozione dei coronabond; Berlino e Olanda sono invece i capifila di chi non vuole nemmeno sentirne parlare.

Se nessuna delle due parti in campo dovesse spuntarla, non è da escludere un compromesso a metà strada tra gli estremi. Una di queste possibili soluzioni, sottolinea il quotidiano La Stampa, è quella di finanziare spese specifiche con emissioni della Banca europea degli investimenti. La Francia, per bocca del ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, chiede di operare al di fuori del bilancio europeo mentre la Germania, la cui costituzione vieta di condividere debiti, non ha alcuna intenzione di spingersi oltre.

Tra le garanzie per le imprese e l’ombra del Mes

La posizione dell’Italia è diversa. Il nostro Paese, che alla fine del 2020 dovrà fare i conti con un debito oltre il 150% della ricchezza prodotta (oltre a un pil al ribasso), sostiene che Bruxelles possa fare di più. Il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, ad esempio, ha annunciato che l’Italia emetterà “garanzie per le imprese fino a 500miliardi di euro”. Fatto sta che domani, mentre prosegue la trattativa in Europa, il Consiglio dei ministri italiano annuncerà il decreto con le misure per le imprese.

In ogni caso, all’orizzonte, c’è un’insidia enorme. Senza un accordo forte adesso, in autunno, a emergenza (si spera) finita e quando lo scudo Bce si indebolirà, l’Italia potrebbe ritrovarsi a fare i conti con gli spread in rialzo e la pressione degli investitori. A quel punto il rischio è che il nostro Paese possa chiedere l’assistenza del Fondo salva-Stati.

Per evitare di finire in trappola, Conte ha provato a spiegare la situazione in questi termini: “L’Italia è pronta a prendere in considerazione il ricorso al Fondo se in prospettiva verrà elaborato in maniera diversa, e snaturato, con i soldi accessibili a tutti i Paesi senza condizionalità preventive o successive”. Tradotto: Meccanismo europeo di stabilità (Mes) senza austerità e Troika. Soltanto in un caso del genere il Mes passerebbe da “strumento inadeguato” a “strumento tra gli altri della strategia europea”. Il braccio di ferro continua ma il tempo stringe.

il giornale.it

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