Salgono a 44 i dottori uccisi dal virus. I medici: più mascherine e test rapidi

Continua ad aumentare il numero di dottori italiani morti per il coronavirus. Da ieri sera si sono registrati altri quattro decessi, portando il totale a 44.

Sono invece 6.414 gli operatori sanitari contagiati, secondo l’ultimo dato fornito ieri sera dall’Istituto Superiore di Sanità.

Intanto la federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) ha chiesto di sbloccare “immediatamente e senza ritardi” la fornitura dei dispositivi di protezione e di eseguire test rapidi a tutti gli operatori della sanità pubblica e privata. La richiesta arriva direttamente dal presidente dell’ente Roberto Anelli, che ieri ha pubblicato una lettera sul British Medical Journal a nome di tutti gli Ordini del settore operanti nel nostro Paese.

Gli strumenti di lavoro

Anelli ha ricordato che l’Italia sta vivendo un momento tragico a causa della rapida diffusione del Covid-19 e il personale sanitario sta risentendo molto in termini di contagi e decessi. Secondo Anelli, questa situazione sarebbe stata meno drammatica se il personale del settore fosse stato dotato dei dispositivi di protezione. “Mascherine, guanti, camici monouso – ha precisato il medico -, visiere di protezione, che invece continuano a scarseggiare o ad essere centellinati in maniera inaccettabile nel bel mezzo di un’epidemia a cui pure l’Italia si era dichiarata pronta solo fino a due mesi fa”.

Come riporta Il Corriere della Sera, le mascherine non sono ritenute sicure perché medici e infermieri lavorano con quelle chirurgiche e non con i modelli FFP2 e FFP3, che consentono una maggiore protezione dal virus. Lo stesso Anelli ha ricordato che un recente articolo sul New England Medical Journal ha dimostrato come il personale medico e i nosocomi possano diventare un veicolo micidiale per la diffusione del coronavirus. Quindi la proposta di Fnomceo è di “sbloccare immediatamente e senza ritardi le forniture di dispositivi di protezione individuale”.

Test rapidi

Allo stesso tempo Anelli ha chiesto che vengano effettuati “test di screening a risposta rapida in maniera sistematica” a tutti gli operatori della sanità, “che mostrano sintomi di infezione da Covid-19 (anche lieve e in assenza di febbre) o che sono stati in contatto con casi sospetti o confermati”. Il presidente di Fnomceo ha aggiunto che nei test dovrebbero essere inclusi anche i medici di medicina generale e gli operatori delle case di riposo o RSA e dei centri diurni. E ha specificato che “dovranno essere confermati eseguendo tamponi faringei con analisi PCR in doppio controllo settimanale”.

il giornale.it

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