Coronavirus, superate le mille vittime

Oltre mille. Per essere precisi, 1.016. È il numero delle vittime secondo l’ultimo bollettino sull’emergenza coronavirus in Italia. “I decessi di oggi sono 188.

È stata superata la quota di mille”, ha spiegato il commissario per l’emergenza e capo della Protezione civile Angelo Borrelli.

“Vedremo l’effetto di queste misure tra un paio di settimane”, aveva dichiarato ieri il premier Giuseppe Conte dopo la firma del nuovo decreto per contenere la diffusione del coronavirus. Un concetto confermato da Borrelli che ha riportato anche il numero dei guariti: 213, 1.258 in totale. “I postivi sono saliti di 2.249, per un totale di 12.839 – ha continuato il capo della Protezione civile -. 189 i deceduti di oggi”.

In Italia, dall’inizio della diffusione del virus cinese, 15.113 persone hanno contratto il Covid-19, 2.651 in più di ieri. I pazienti ricoverati con sintomi sono 6.650; 1.153 sono in terapia intensiva, mentre 5.036 sono in isolamento domiciliare fiduciario.

“Ad oggi sono stati distribuiti oltre 4 milioni di dispositivi, con 1,2 milioni di mascherine – ha dichiarato Borrelli facendo il punto della situazione -. Abbiamo più di 4.600 uomini, 2.159 in più rispetto a ieri, per quanto riguarda il sistema di Protezione Civile. 1.700 volontari, 2.700 strutture operative. Abbiamo già distribuito oltre 325 ventilatori e altri 116 che sono in distribuzione in Lombardia, Marche e Veneto”.

Il commissario ha invitato ancora una volta le persone a restare a casa e mantenere anche in famglia le distanze. “Dobbiamo fare tutti un sacrificio. La regola è mantenere le distanze, anche in famiglia. È nell’interesse di ognuno di noi. Capisco che in famiglia si tende ad allentare le barriere difensive, mi permetto di consigliare un pò di sana prudenza, che fa bene a tutti”. Infine ha lanciato un appello a tutti gli italiani: “In questo periodo si sta registrando una contrazione della donazione del sangue. Ma donare è fondamentale e avviene in assoluta sicurezza. Dunque facciamo un appello a tutti i cittadini: continuate a donare perché è fondamentale per salvare vite umane”.

L’Istituto superiore di sanità “sta cercando di approfondire i motivi e i fattori di rischio per la mortalità attraverso lo studio delle cartelle cliniche – ha spiegato Paolo D’Ancona, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità -. Attualmente in istituto ne sono arrivati solo 70, è poco per una vera analisi. Ma stiamo cercando di spiegare meglio il perché appaia una mortalità così elevata rispetto agli altri Paesi. E anche lo stato dei pazienti che appare essere più severo in Italia”.

Lombardia

Continuano a crescere i numeri in Lombardia. “Da lunedì c’è stata una presa di coscienza della situazione, per cui solo alla fine della prossima settimana vedremo i risultati – ha spiegato l’assessore al Welfare Giulio Gallera -. I positivi ad oggi sono 8.725 con una crescita in linea rispetto a ieri (+ 1.445). I decessi legati al coronavirus sono saliti a 744, 127 in più di ieri”.

“Sono 21 giorni di coronavirus​. Stiamo resistendo, ce la stiamo facendo. Non solo ci stiamo provando, fino ad oggi la nostra battaglia la stiamo vincendo”, ha continuato felice Gallera spiegando anche che “siamo a 1.067 posti in terapia intensiva, eravamo a 947 ieri. Siamo riusciti ad aprire 120 posti di terapia intensiva in un giorno. È un lavoro incredibile e per i prossimi giorni apriremo altri 16 posti al San Carlo e altri 20 al Papa Giovanni”. Con l’emergenza coronavirus “c’è il problema della capacità di resistenza del sistema sanitario, bisogna fare in modo che i ricoveri non si continuino a sommare, ma che ci sia la possibilità di dimissioni o di collocare altrove alcuni pazienti che stanno meglio. La strategia è riuscire a ridurre il numero di pazienti ricoverati soprattutto negli ospedali di frontiera come Cremona, Crema, Bergamo, Brescia e Lodi, perché oggi non hanno quasi più capacità ricezione”, ha concluso Gallera.

“I ricoverati in terapia intensiva sono arrivati in Lombardia a quota 605, 45 in più di ieri. I dimessi sono invece 1.085”, ha spiegato poi l’assessore affermando che “il numero delle persone che arrivano dai paesi della zona rossa è sempre meno, questo ci conferma che la strada seguita in quei territori è quella giusta”.

“Prendiamo atto del Dpcm, che sicuramente va nella direzione giusta. Noi lo volevamo più rigido, ma non è momento di commentare ma di attuare”, ha concluso Gallera spiegando che i controlli delle forze dell’ordine sono e saranno rigidissimi.

il giornale.it

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