Marocchino senza biglietto pesta a sangue il capotreno fino a farlo svenire: è già libero

Ancora un altro caso di violenza contro un capotreno da parte di un immigrato senza biglietto. Questa la volta la notizia arriva da Ferrara. L’aggressore è un marocchino minorenne, il quale, stando a quanto riportato dalla stampa locale  se la sarebbe cavata con una semplice denuncia in stato di libertà. Il capotreno dopo la violenta aggressione ha anche perso i sensi.

Capotreno aggredito da un marocchino

I fatti si sono verificati sul convoglio regionale lungo la tratta Bologna-Ferrara. Tutto si è svolto con tranquillità, almeno fino al momento in cui il dipendente di Ferrovie dello Stato non si è avvicinato ad un marocchino di 17 anni, chiedendogli di esibire il biglietto. Il nordafricano si è rifiutato di accondiscendere alle richieste del controllore. A quel punto l’operatore ha deciso di comminargli una sanzione amministrativa. Ma il giovane marocchino si è categoricamente rifiutato sia di consegnare un qualsivoglia documento di identità che di fornire le proprie generalità.

Arrestato ma è già libero

Non solo. Il nordafricano si è subito dopo scagliato contro il dipendente di Ferrovie dello Stato. Prima lo ha ricoperto di sputi e poi lo ha pestato a sangue. Tanto che il capotreno ha perso i sensi. Subito è stata allertata la Polfer. All’arrivo del convoglio presso la stazione ferroviaria di Ferrara, una pattuglia della locale Polfer era già pronta per intervenire sul convoglio per arrestare il magrebino. Dopo aver raccolto alcune testimonianze, gli agenti hanno scortato il minorenne in questura. L’immigrato è accusato di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e rifiuto di fornire indicazioni circa la propria identità. Nonostante tutto, il 17enne se l’è cavata con una semplice denuncia a piede libero.

Purtroppo episodi di questo genere sono diventati frequenti. Capotreni, agenti e passeggeri ne vedono di tutti i colori. Facedone molto spesso le spese. Il sindacato degli agenti della ferroviaria da tempo lancia allarmi, inascoltato. Le aggressioni sono continue e a farne le spese è sempre chi cerca di far rispettare le regole.

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