Cambia il calcolo dei contagi: tamponi solo su chi ha sintomi

I tamponi faringei, utili per verificare la presenza di un’infezione da coronavirus, saranno riservati “solo ai soggetti sintomatici”.

Ad annunciarlo è Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), intervenendo durante la conferenza stampa quotidiana della protezione civile.

Finora, ha annunciato il commissario straordinario per l’emergenza Angelo Borrelli, “il numero dei tamponi è di 9462 unità” e, di questi, “più del 95% ha avuto esito negativo”, ha aggiunto Locatelli. “Evidentemente l’infomazione che viene ad essere accumulata attraverso questo tipo di dati- spiega il presidente del Css- sarà strumentalmente utile a quelli che sono i meccanismi di circolazione del virus, ma rafforza ancora di più la decisione che ha la sua base scientifica, che il rischio di contagiosità è elevato nei soggetti sintomatici e paucisintomatici mentre è marcatamente più basso nei soggetti asintomatici”. Di qui la scelta di cambiare strategia, sottoponendo ai test solamente i pazienti che presentano sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19. “Anche perché- aggiunge Locatelli- siamo ancora in un periodo di pandemia di altre infezioni virali e quindi vanno escluse anche queste, prima di procedere con la realizzazione dei tamponi. Così ci si focalizzerà solo sui soggetti sintomatici”.

A spiegare il cambio di strategia è intervenuto anche Giovanni Maga, specificando all’Agi che “effettuare meno tamponi non significa che diminuisce l’attenzione, ma solo che ora ci si vuole focalizzare sulle persone che possono eventualmente necessitare di sorveglianza o, nei casi meno numerosi di complicazioni, nelle persone che possono avere bisogno di attenzione ospedaliera”. L’allerta, in Italia, è scattata quando il virus è stato individuato nel 38enne ricoverato a Codogno: “Si è provveduto a fare il test a tutti i contatti anche quelli asintomatici. Questo perchè, non essendo stato individuato il paziente zero, era necessario avere un’idea dell’estenzione dell’infezione”. Ma ora, dopo l’individuazione delle aree dei focolai, la strategia è cambiata, “anche per avere una maggiore focalizzazione sulle persone a rischio e quindi di non correre il rischio di fare tamponi negativi”.

Il tampone negativo, però, non esclude al 100% il contagio, perché la persona potrebbe essere stata infettata da pochissimo e il virus non sarebbe ancora visibile. Per evitare di incappare in casi simili, spiega ancora Maga, “ci si concentra sui casi sintomatici in modo da poter discriminare le persone che hanno altre infezioni rispetto a quelle che effettivamente hanno il coronavirus”.

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