Sondaggi, iscritti e soldi: ecco tutti i flop di Matteo Renzi

Quando alla Leopolda 10 di metà ottobre Matteo Renzi lanciò ufficialmente Italia Viva non pensava certo di trovarsi in questa situazione quattro mesi dopo.

Quella presentazione in pompa magna di If parlava di un partito non solo nuovo e centrista, ma soprattutto di una forza riformatrice capace di arrivare in doppia cifra, andando a convincere quell’elettorato moderato, erodendo il consenso a destra e a manca. “Non sarà un partitino al 5%. Questa nostra casa avrà a breve più di cinquanta parlamentari, centinaia di sindaci, una cinquantina di consiglieri regionali, migliaia di amministratori e soprattutto un sacco di comitati e semplici iscritti. Sarà una rivoluzione”, diceva il senatore.

Oggi la realtà dei fatti racconta ben altro. Il progetto politico dell’ex presidente del Consiglio sembra essere “morto nella culla”: fin dai primi sondaggi, infatti, si capiva che qualcosa non tornava nei conti fatti (male) dal suo fondatore. Italia Viva, dopo le prime rilevazioni degli istituti demoscopici che la registravano al 5% circa, è sprofondata al 3%. Insomma, condannata all’inconsistenza nelle urne, all’irrilevanza politica. Perché con questi numeri, le decine di parlamentari, le centinaia di sindaci, la cinquantina di consiglieri regionali, le migliaia di amministratori e quel sacco di comitati e iscritti, rimangono realtà solamente nel libro dei sogni.

Renzi le ha provate tutte in questi mesi di fine 2019 e inizio 2020. Per (ri)lanciare la propria azione politica e dare lustro al proprio partito, fa opposizione al governo di cui è maggioranza, arrivando a rompere, puntando i piedi per terra e sbattendo i pugni sui tavoli, sulla prescrizione, (s)nodo cardine della grillina riforma della Giustizia. Niente da fare: Iv, l’esame dei sondaggi, continua a non superarlo.

E ora, per l’ex rottamatore, ci sono anche altre gatte da pelare. Quali? Quelle degli flop pure in materia di iscritti e di finanziamenti. Sì, perché come riporta La Verità le donazioni alla compagine renziana sono crollate da 329mila a 85mila euro, da ottobre a oggi. Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro scrive: “Negli ultimi due mesi nessuna impresa ha contribuito alla sua causa. Le casse del partito sono rabboccate dai modesti oboli dei parlamentari: 500 euro mensili. Ma anche quelli sembra che comincino a latitare…”.

Quindi, pochissimi voti, magri finanziamenti e pure scritti che latitano. A ottobre l’ex premier dichiarava trionfante: “Abbiamo già 10mila iscritti. E ricordo che, per ogni iscritto, Italia viva pianta un albero”. A inizio febbraio la sparata in alto: “Entro il 31 marzo dobbiamo avere mezzo milione di registrazioni”. Bene, in data 13 febbraio Renzi informa che manterrà la promessa: un albero per ogni iscritto. E indovinate quanti saranno gli alberi piantumati? Diecimila, come gli iscritti di quattro mesi fa…

il giornale.it

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.