Turni folli, esposti ai rischi. Soltanto in Lombardia già 5 i dottori contagiati

In Cina l’epidemia è esplosa anche per negligenza e sottovalutazione. E soprattutto perché i medici prima non sono stati ascoltati e poi non sono stati tutelati.

Inascoltati come il medico eroe Li Wenliang che aveva cercato di lanciare l’allarme sul nuovo coronavirus ed era stato messo a tacere e che poi è morto. Lasciati soli a combattere in prima linea senza attrezzature adeguate, impossibilitati a cambiare tute isolanti e mascherine. Fra loro migliaia di contagiati e almeno otto morti. Non stupisce che la prima preoccupazione del professor Andrea Crisanti (nell’intervista in alto) sia proprio la tutela del personale sanitario, medici e infermieri.

Anche in Italia purtroppo sembra che i controlli siano partiti senza cautela. Non sono immediatamente scattate adeguate misure di protezione per medici e operatori sanitari in prima linea visto che ad esempio in Lombardia sono già 5 tra medici e infermieri i contagiati sul lavoro. A rischio anche il medico di famiglia del trentottenne di Codogno. Ed è di ieri la notizia che un medico del Policlinico di Milano, ricoverato all’ospedale Sacco da alcuni giorni per una polmonite, è risultato positivo al test. Anche altro personale del reparto in cui lavora, tra cui alcuni medici specializzandi hanno sintomi, che fanno ritenere probabile il contagio, anche se non sono ancora stati sottoposti al tampone.

I sindacati e gli ordini dei medici hanno chiesto di implementare le dotazioni per l’isolamento tute e mascherine. La Federazione dei medici di famiglia ha deciso la avviare per tutti la procedura «filtro» del triage telefonico. Purtroppo i contatti a rischio si sono evidentemente già verificati visti i contagi. E ora anche rispetto a persone già ricoverate e che ora vengono testate per il virus si dovrà risalire a tutti i contatti e verificare giorno dopo giorno eventuali contagiati.

Rispetto alle modalità per contattare il medico di famiglia la federazione per evitare contatti a rischio che oltretutto farebbero diventare il medico di base a sua volta un «soggetto contaminante» chiedono di non recarsi nello studio. Il triage telefonico indicato dalla Fimmg prevede domande a chi chiama il medico: sui contatti, ossia se vi siano stati incontri con persone provenienti dalla Cina, sulla capacità respiratoria del paziente, su eventuali episodi di dispnea, su quanto velocemente respira rispetto alla norma. Tutti i medici di famiglia hanno ricevuto per e-mail una scheda con le modalità della valutazione via telefono. Si pensa anche di mettere in campo gruppi di medici di base che siano reperibili a turno dotati di attrezzatura di sicurezza in modo che possano rispondere alle richieste di visita a pazienti in condizioni «sospette» evitando di esporsi al contagio. Nel caso in cui debba intervenire l’ambulanza, deve essere inviato un mezzo qualificato per il bio-contenimento.FA

il giornale.it

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