Se Carola è innocente, prima di Salvini dovete indagare Conte (video)

Forse ora Conte capirà che gli sta per succedere. L’avvocato del popolo dovrà nominare un difensore se c’è giustizia in Italia. La lettura delle motivazioni della Cassazione sull’aiutino a Carola Rackete è illuminante. La comandante tedesca in pratica ha fatto il suo dovere speronando la guardia di Finanza e per questo “non doveva essere  arrestata”. Lo dice proprio la Cassazione.

Con il suo carico di 42 migranti la Rackete decise anche sarebbe approdata a Lampedusa a ogni costo. E per quei giudici è un dovere l’approdo e non solo il salvataggio in mare.

l problema di Conte

Aldilà delle considerazioni già espresse sul nostro giornale – chiunque può decidere di fare del nostro Paese il “campo profughi d’Europa”, speronando anche una nave militare in servizio, e farla franca – la riflessione può aprire un altro scenario. 

È vero che solo in Italia possono accadere cose del genere e come ha notato su Twitter la giornalista Anna Chirico: “Anche i più antisalviniani non possono non ammettere l’anomalia assoluta di un paese dove un’attivista sperona una motovedetta della Guardia di finanza e viene assolta, mentre il ministro che ha osato chiamarla ‘sbruffoncella’ viene inquisito per diffamazione”.

Ma come si potrà ignorare questa sentenza dalle parti di Palazzo Chigi? Da una parte c’è quello che ha detto ieri Matteo Salvini: “Voglio leggere bene questa sentenza della Cassazione perché se è vero quello che leggo, che si può speronare una nave della Guardia di Finanza con a bordo cinque militari della guardia di finanza, é un principio pericolosissimo per l’Italia e per gli italiani. Se io in Germania speronassi una nave militare tedesca, penso che giustamente sarei messo in galera. un pericoloso precedente perché da domani chiunque si sentirebbe titolato a fare quello che non va fatto”.

Un video eloquente

Il leader leghista deve aggiungere anche un’altra cosa, ed è il video che abbiamo ripescato dalla rete. Fu il premier, nelle scorse settimane, a rispondere alla domanda di un giornalista proprio sul caso Gregoretti. E disse che “sempre” la presidenza del Consiglio ha agito in casi simili secondo una procedura chiara: “Prima la ricollocazione dei migranti, poi lo sbarco”.

Come la mettiamo con una sentenza che stabilisce che non gliene frega nulla della ricollocazione dei clandestini? Non è solo una motivazione che stupisce e non poco il cittadino comune. Perché chiunque sarà portato a ritenere legittima l’invasione dell’Italia. E magari si era fidato di quel “poi” pronunciato dal premier.

Se c’è giustizia, se quella è la giustizia, allora ci aspettiamo che i carabinieri vengano spediti anche a palazzo Chigi per consegnare un avviso di garanzia a Giuseppe Conte per concorso in sequestro di persone. E, avendo maggiori responsabilità istituzionali del ministro dell’Interno magari perseguirlo pure come istigatore del reato.

A tutti noi non resta che assistere attoniti alla capitolazione dello Stato su un principio che è fondamentale ovunque: i confini si difendono, i clandestini non possiamo sobbarcarceli tutti a casa nostra.

No, per la magistratura invece li dobbiamo prendere a prescindere. Viene da chiedersi quante stanze libere ci siano presso la Corte di Cassazione.

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